“La santità consiste nello stare sempre allegri”

Domenica 3 febbraio con la comunità di Mossa ha festeggiato la ricorrenza di san Giovanni Bosco, co-patrono della nostra parrocchia.Il clima festoso dell’Eucarestia, arricchito dai canti del Gruppo di animazione Parrocchiale, diretto dalla maestra Mariangela Bullitta, ha confermato ciò che diceva don Bosco “La santità consiste nello stare sempre allegri”. Ed è confortante vedere tanti bambini e ragazzi partecipare attivamente alla Santa Messa con il sorriso che sfiora le loro labbra.Nell’omelia, don Moris, ha lasciato spazio a Suor Mara dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (salesiane) di Percoto, la quale con semplicità e chiarezza di cuore, ha focalizzato la figura di don Bosco, leggendo la frase iniziale della lettera da lui scritta ai suoi sacerdoti nel 1884. “Vicino e lontano penso sempre a voi, uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità”. La felicità che auspica don Bosco per i suoi figli non è solo terrena (nel tempo), ma anche quella del Cielo (nell’eternità). Questa frase può essere riferita anche ai giovani. Don Bosco parla con cuore di padre e tutta la sua vita e le sue azioni sono basate sull’amore. Desiderare la felicità dei propri figli dovrebbe essere il fulcro di ogni educatore. Vuol dire amarli soprattutto farli sentire amati, con una parola, un gesto d’affetto, ma anche correggendoli.In sostanza per don Bosco educare vuol dire far vibrare le corde del cuore e dare la vita, quella vita che in questa domenica celebriamo. Il tema di quest’anno è “È vita è futuro”, accogliendo, servendo e promuovendo la vita soprattutto all’interno della famiglia.Al termine dell’Eucarestia, nel ricreatorio, Suor Mara ha incontrato i giovani dell’Unità pastorale, dando loro la sua testimonianza di figlia di don Bosco. L’incontro è proseguito con il pranzo comunitario in letizia e gioia.Concludo con una frase di papa Francesco: “Don Bosco ha avuto il coraggio di guardare la realtà con gli occhi di uomo e con gli occhi di Dio. Che ogni sacerdote lo imiti”. L’augurio che facciamo anche noi ai nostri sacerdoti, ai genitori, agli educatori.