La flora e le grotte del Colle di Borgnano

Ci sono angoli, scorci del nostro territorio, che si conoscono poco se proprio non sono del tutto sconosciuti. Eppure basta poco, bisogna vincere un po’ la pigrizia, ritagliarsi un po’ di tempo e spazio, anche stimolati con proposte. E questo che ha fatto l’associazione Chei dal poz di Borgnano che, con la collaborazione di Maurizio Tavagnutti del “Seppenhofer” e del naturalista Michele Tofful, ha proposto un pomeriggio sui sentieri del colle di Medea, alla scoperta di grotte, anfratti e doline ma anche della ricca flora. Un centinaio gli aderenti che hanno scarpinato in mezzo alla natura in un pomeriggio dal sapore primaverile. Una primavera che già si affaccia con i colorati crochi, campane bianche e violette, ciuffi di gialle primule tra le erbe ancora secche e la distesa di viole che profumano il prato dinanzi Santa Fosca. L’Ara Pacis non si vede ma è a pochi passi, frecce di legno ne indicano il percorso fin dal colle di Santa Fosca. Un sentiero che si inerpica nel bosco ceduo tra le pietre calcaree che affiorano dalla terra bucherellate dalla pioggia. E terra di pozzi e grotte come in qualsiasi zona carsica. Grotte profonde ma chiuse ai visitatori, altre aperte, antri angusti che si aprono come ferite in mezzo alle rocce, che calamitano la curiosità di scoprire cose nuove.Va un plauso a Chei dal poz che propongono la conoscenza del territorio per far sì che storia e cultura, strettamente intrecciate, non vengano sepolte dalla polvere dell’ignoranza e che siano invece rivitalizzate per le nuove generazioni. I molti bambini che si inerpicavano con scaltrezza e per niente annoiati lungo i sentieri sono una speranza che ci lascia fiduciosi per il futuro.