La Collaborazione cormonese prima tappa della Visita pastorale

A breve, il prossimo 2 febbraio, il vescovo Carlo inizierà la Visita Pastorale che lo porterà ad incontrare le varie comunità che compongono la diocesi.Prima tappa di questo percorso sarà la Collaborazione pastorale delle parrocchie di Borgnano, Brazzano, Cormòns e Dolegna del Collio, che ospiterà monsignor Redaelli in un ricco calendario di appuntamenti, che si protrarrà fino al 9 febbraio.Abbiamo incontrato monsignor Paolo Nutarelli, parroco arciprete della Collaborazione, e con lui abbiamo parlato dell’attesa e della preparazione di quest’importante evento per tutta la comunità dei fedeli.

Monsignor Nutarelli, come sta venendo organizzata la prossima Visita Pastorale nella Collaborazione? Come vi state preparando e com’è stata accolta la notizia che le visite in diocesi da parte del vescovo Carlo partiranno proprio da qui?L’arcivescovo aveva annunciato la visita lo scorso anno e il percorso è partito in realtà già negli scorsi mesi. Monsignor Redaelli ha infatti visitato la nostra Collaborazione pastorale in dicembre; ora la visita si articolerà in febbraio con una serie di incontri e appuntamenti che saranno un modo per fare il punto sulla strada percorsa e sulla situazione.Il vescovo ha inoltre più volte visitato il Consiglio pastorale – lo scorso Anno Pastorale, poi a novembre e gennaio -. Nei primi incontri ci siamo presentati, partendo dai punti previsti nella Lettera pastorale “…Anch’io mando voi”.Questo tipo di incontro credo abbia 2 grandi obiettivi: confermare le realtà ecclesiali in questo territorio, chiedendo una nuova spinta evangelizzatrice, e incontrare un territorio, nel quale la Chiesa è presente, anche con tutte le difficoltà, le crisi ma anche la bellezza di essere uomini e donne in questo momento storico.Essere incontrati per primi all’interno di questa visita pastorale è, per certi versi, un’incognita, nel senso che non sappiamo bene cosa attenderci, per cui la viviamo cammin facendo. La prima parte della visita è stata in qualche modo più informale – qualche esempio:  oltre ad aver incontrato gli ammalati delle quattro comunità della collaborazione, il Vescovo ha anche presenziato ai Gruppi della Parola e agli incontri di catechesi di tutti i livelli. Volutamente non li abbiamo avvisati che il vescovo sarebbe venuto per un incontro, perché volevamo vedesse la quotidianità, senza indossare il “vestito della festa” ma semplicemente facendogli conoscere quello che ogni gruppo svolge abitualmente.La visita di febbraio invece sarà un po’ più strutturata, con incontri ufficiali che lo porteranno a contatto non solo con le varie realtà che compongono la comunità dei fedeli delle quattro parrocchie, ma anche realtà cittadine, come per esempio le varie realtà associazionistiche.La notizia della visita è stata presa con curiosità e interesse. Rispetto ad un tempo, l’arcivescovo viene a visitare le parrocchie molto più spesso – monsignor Redaelli è stato qui moltissime volte -, per cui la sua visita viene oggi vissuta come un rincontrarsi e conoscersi di più, con il desiderio che ci sostenga e ci aiuti nel cammino della nostra Fede.

Per le giornate in cui l’arcivescovo vi farà visita, è stato preparato forse qualche incontro più particolare, o magari alcuni gruppi si stanno preparando con appuntamenti speciali o di approfondimento?Lui incontrerà tutti i gruppi presenti in parrocchia, cercheremo poi di mettere in atto degli incontri ad hoc. In questi giorni che precedono la visita abbiamo poi lanciato un’iniziativa: “Cosa vorresti dire al vescovo Carlo?” attraverso la quale tutti i parrocchiani, con un foglietto che troveranno su Settimana Insieme, potranno scrivere un loro pensiero, una domanda, una preghiera, una richiesta… che potranno poi restituire in delle cassettine apposite collocate in vari punti della Collaborazione. Possono anche scrivere direttamente all’arcivescovo all’indirizzo mail vescovo@arcidiocesi.gorizia.it.Con i bambini della catechesi si sta poi seguendo un attività un po’ diversa per prepararli all’incontro con il vescovo, idem anche con i genitori. L’intento comunque rimane quello di volergli presentare le attività “ordinarie”, alle quali parteciperà, in modo tale che possa “esserci”.Sempre all’interno della visita avremo poi l’incontro con alcuni organismi non direttamente legati alla Collaborazione parrocchiale, come le associazioni cittadine, i sindaci di Cormòns e Dolegna del Collio e uno speciale appuntamento con i giovani del post – Cresima, che avrà luogo all’Enoteca di Cormòns, un luogo informale scelto proprio da loro, una vera novità.

Parlando della Collaborazione pastorale, comprende ben quattro realtà parrocchiali, anche variegate tra loro. Come l’ha vista evolversi e cambiare nel corso degli ultimi anni?Esattamente. Si tratta di quattro rea­ltà molto diverse che hanno come compito, come Unità pastorale, di camminare insieme. Non è semplice ma si cerca di farlo, curando in particolare la celebrazione in tutti i paesi che la compongono.Ci sono poi delle realtà che abbracciano tutto il territorio, come per esempio la catechesi, che viene svolta a Cormòns in ricreatorio ma poi i riti dei sacramenti si svolgono nelle parrocchie di appartenenza, in modo tale da mantenere sempre vivo il legame con questi, anche perché la parrocchia più grande non vuole assolutamente fagocitare le più piccole ma vuole invece mettere a disposizione le sue maggiori risorse in favore anche delle realtà più piccole. Si va di pari passo.L’evoluzione l’ho trovata proprio in questo camminare insieme; un esempio: quest’anno abbiamo realizzato una cosa bellissima che è stata il celebrare un’unica veglia pasquale per le quattro parrocchie; il triduo era stato iniziato singolarmente, per poi essere completato appunto con la veglia e la festa della Pasqua tutti insieme.I consigli pastorali e le assemblee vengono svolti nelle singole comunità, ma si tenta anche di trovarsi tutti insieme, cosa che credo sia importante per creare coesione.Si tratta di salvaguardare la storia delle singole comunità e, allo stesso tempo, camminare e progredire insieme, per consolidarsi.Abbiamo poi il grande dono, nonché la grande gioia, di avere nella nostra Unità pastorale il santuario di Rosa Mistica, nel quale tutte e quattro le parrocchie si sentono a casa.

Cosa spera possa lasciare questa visita alla comunità, ma allo stesso tempo cosa spera possiate a vostra volta lasciare all’arcivescovo?Innanzitutto che lui sappia aiutarci nel nostro percorso di Fede, che ci entusiasmi. Credo questa possa essere l’occasione per confermare ciò che facciamo, nonché per ricordarci ancora una volta di essere parte di una diocesi e di una Chiesa universale.Da parte sua credo possa conoscerci sempre meglio, anche avendo una effettiva percezione di ciò che sta dietro ai vari incontri, gruppi, celebrazioni… a tutti i livelli.

Il programma di una settimana intensa

Questo è il programma della visita pastorale che il vescovo Carlo effettuerà nell’Unità pastorale  di Cormons  dal 2 al 9 febbraio con l’esclusione dei giorni di martedì 4 e mercoledì 5 nei quali sarà assente per impegni personale.

Domenica 2 febbraioAlle 11 celebrerà la Messa a Borgnano . Alle 12.45, al ricreatorio di Cormons porta il saluto ai genitori dei bambini che seguono il primo anno di catechesi. Alle 15 nel santuario di Rosa Mistica, nel giorno dedicata alla vita consacrata, presiederà i Vespri.

Lunedì 3 Alle 7.45  incontro con l’equipe pastorale. Alle 9.30 in municipio a Dolegna del Collio incontrerà il sindaco e gli amministratori comunali. Alle 11 visita alle realtà imprenditoriali locali.Nel primo pomeriggio effettuerà una visita alla comunale delle Suore Pastorelle a Brazzano. Alle 16.30  visita ad alcune  realtà imprenditoriali locali.  Alle 18.30 Messa  nel santuario di Rosa Mistica. Alle 20.30 al ricreatorio di Cormons incontro con il Consiglio di Azione cattolica, Comunità capi  dell’Agesci e direttivo di RicCormons.

Giovedì 6 Alle 9 celebrerà la messa  nell’infermeria delle Suore della Provvidenza, Alle 10 visita alle realtà imprenditoriali locali. Alle 11.15 visiterà la scuola dell’infanzia “Rosa Mistica”. Alle 16.30 visita  a realtà imprenditoriali. Alle 20.30 al ricreatorio di Cormons  incontro con i volontari  della Caritas e del Gruppo missionario.

Venerdì 7Dalle 15.30 alle 17.30 visiterà gli ospiti della Casa albergo e della Rsa. Celebrerà la Messa nella cappella del distretto sanitario. Alle 19  all’Enoteca di piazza 24 Maggio incontrerà i giovani. Alle 20,30 nella sala civica di Palazzo Locatelli  incontrerà le associazioni  di Cormons e Dolegna del Collio.

Sabato 8  Alle 9.30 a Palazzo Locatelli incontrerà il sindaco di Cormons. Alle 11 nella casa canonica  colloqui personali  su prenotazione. Nel pomeriggio visita alle realtà imprenditoriali, Alle 17 in ricreatorio a Cormons incontro con i catechisti: Alle 18i.30 celebrazione della Messa in San Leopoldo. Alle 20 cena con alcune famiglie.

Domenica 9 Alle 10.30 nel Duomo Sant’Adalberto  di Cormons celebrazione della Messa comunitaria. Al termine momento di festa negli spazi del ricreatorio nel quale verranno invitate anche  varie comunità di immigrati presenti sul territorio

Conoscersi a vicenda per crescere insieme

L’esperienza della Collaborazione pastorale raccontata dal Moderatore del Consiglio pastorale di Cormons, Adalberto Chimera

A pochi giorni dalla partenza della Visita pastorale, che porterà monsignor Redaelli nella Collaborazione pastorale cormonese, abbiamo incontrato Adalberto Chimera, moderatore del Consiglio pastorale di Cormòns.

Dottor Chimera, com’è stata accolta dal Consiglio e dalle Assemblee la notizia della Visita pastorale, che proprio nella Collaborazione troverà l’”apripista”, e come si stanno vivendo questi giorni che la precedono?La Visita è attesa da diversi mesi. Avevamo incontrato il vescovo, come Consiglio, lo scorso Anno pastorale e anche negli scorsi mesi e già allora si iniziò a parlarne. Certo è che, partendo proprio dalla nostra Collaborazione, non abbiamo confronto con altre esperienze, pertanto c’è un forte carattere di novità attorno a quest’evento – anche se, di fatto, il vescovo è già stato a dicembre in mezzo a noi, partecipando ai Gruppi della Parola e agli incontri di Iniziazione cristiana.C’è aspettativa, anche perché lo stesso arcivescovo ha voluto dare a questa Visita un taglio diverso, più orientato all’evangelizzazione e alla missionarietà della comunità, su come questa possa testimoniare la parola di Dio.Da parte di tutti i componenti, sia dei Consigli pastorali di Cormòns e Borgnano, che delle Assemblee pastorali di Brazzano e Dolegna del Collio, ho visto tanto impegno per un evento che tutti sentono come importante da preparare, nonché momento di gioia per la comunità intera.

A tal proposito, avete svolto qualche incontro particolare tra voi?Abbiamo deciso di utilizzare l’ordinarietà dei nostri incontri per prepararci, anche perché lo stesso vescovo Carlo non ha chiesto di preparare momenti particolari o extra – ordinari, proprio perché verrà a visitare l’ordinarietà della vita delle parrocchie.L’unico evento a carattere straordinario sarà la Santa Messa delle 10.30 di domenica 9 febbraio, una Messa unica realizzata per la prima volta – non era mai stata fatta prima una Santa Messa domenicale unitaria per tutta la Collaborazione pastorale -. Questa sarà una grande novità, nonché l’evento più importante, che ci permetterà non soltanto di avere un momento di verifica ma anche di vivere un’occasione tutti insieme, dal momento che, al termine della celebrazione, ci sarà una festa comunitaria alla quale sono invitate le quattro comunità che compongono la Collaborazione, ma anche le comunità di immigrati che vivono sul territorio, le quali parteciperanno portando alcuni cibi e dolci tradizionali. Sarà un grande momento di festa, gioia e di condivisione.

Tra gli eventi in programma lungo la visita, c’è qualcuno che desidera particolarmente segnalare?Una cosa nuova, molto bella e particolare, sicuramente sarà l’incontro con i giovani già cresimati, che non avverrà in una ambiente parrocchiale ma in un luogo di ritrovo esterno, scelto dagli stessi ragazzi, ossia l’Enoteca di Cormòns.Si è scelto di “uscire” dall’ambiente parrocchiale proprio per entrare nel loro mondo, nel loro quotidiano, che coinvolge anche ciò che sta “fuori” dall’oratorio.Si tratta di ragazzi dai 16/17 fino ai 21 anni che, dopo il percorso che li ha portati alla Confermazione, hanno scelto di rimanere vicini alla realtà parrocchiale impegnandosi nelle varie realtà: c’è chi ha proseguito come animatore, chi nel Clan, chi con l’Azione Cattolica, o ancora chi si è avvicinato alla Caritas territoriale come volontario o, sempre come volontario, nella redazione Web&Voce. Si propongono varie alternative e sono poi loro a scegliere, in base alle proprie attitudini, se e come continuare a collaborare.

Dal punto di vista del laicato, come vede questo “microuniverso” della Collaborazione pastorale e come l’ha visto evolversi nel suo cammino?La nostra Collaborazione pastorale è vasta, vede una superficie molto ampia, nonché ha una parrocchia numericamente molto più grande rispetto alle altre (un esempio: Cormòns ha 7.000 abitanti, Dolegna 400). Il rischio è quello di “egemonizzare” le altre comunità, cosa che si vuole assolutamente evitare.La Collaborazione pastorale fa proprio sì che si crei una condivisione di progetti, come per esempio il catechismo, la Caritas che è territoriale, la comunicazione, comprendente sito internet e le pagine su Voce Isontina; un modo questo, per condividere percorsi che già esistevano nelle singole parrocchie, rafforzarli.Per quanto riguarda il Consiglio e le Assemblee, questi lavorano singolarmente, per poi incontrarsi alcune volte l’anno, ad esempio per la programmazione, che diventa comune. Credo che la bellezza stia proprio in questo, nel poter condividere la realtà di comunità diverse e variegate, confrontando e condividendo storie e buone prassi. È un cammino partito ma ancora in divenire; ci si conosce a vicenda e si cresce insieme e nessuno sovrasta gli altri ma ci si aiuta vicendevolmente.Riguardo infine il laicato, secondo me questo avrà un ruolo più dettagliato con l’andare del tempo. Al momento nelle persone c’è ancora una mentalità, diciamo “parrococentrica”, nel senso che si appoggiano moltissimo sulla presenza del sacerdote, accusando poi qualche contraccolpo quando questa figura viene a mancare. È un percorso che si rafforzerà con il tempo.