“Il miglior ringraziamento è donare”

La festa del ringraziamento  divenga anche la festa del dono”: con questo auspicio il vescovo Carlo ha concluso la sua omelia nella domenica che la gente dei campi ha ricordato San Martino, la data che simbolicamente chiude un’annata agraria per aprirne un’altra. Una festa provinciale ospitata a Dolegna, in una giornata sì grigia, ma ravvivata dai colori autunnali del Collio. Il sindaco di Dolegna Enzo Giardini, il consigliere regionale Diego Bernardis e il presidente sezionale della Coldiretti Michele Puiatti a fare gli onori di casa; i trattori lustri giunti da varie località della provincia in fila ordinata; le fasce tricolori dei sindaci a rappresentare le varie comunità.È una festa che da antico tempo gli agricoltori, e la Coldiretti che ne rappresenta una gran parte, celebrano per ringraziare il Signore per i doni della terra. E il dono è stato il leit motiv dell’avvenimento come ha sottolineato il vescovo Carlo all’omelia, richiamandosi al brano del Vangelo di Marco che mette a confronto i doni che fanno al tempio di Gerusalemme la vedova povera e i ricchi benestanti: la prima con l’offerta dei suoi solo due soldi e i secondi con la donazione del superfluo e forse neppure quello. “A Gesù interessa la persona – ha sottolineato il vescovo -, che cosa c’è nel cuore di ciascuno, che cosa è importante per ognuno di noi. È proprio perché vede il cuore intuisce che quella donna ha messo in gioco tutta la sua vita per il Signore e per il suo tempo. Gesù non ci sta, dice che l’importante è vivere per amore, donandosi”.Tornando alla celebrazione della giornata, il vescovo ha sottolineato che “la festa del ringraziamento ci invita a valorizzare il dono del creato con la sua diversità e varietà da porre a servizio di tutti senza disuguaglianze”. E ancora: “È in ogni caso, quello del ringraziamento, un momento prezioso per capire che tutto è dono, non solo i frutti della terra, ma anche quello che siamo, il nostro stesso esistere, il nostro lavoro, i nostri affetti, le nostre professioni. Se tutto è dono, non basta ringraziare, ma occorre entrare a nostra volta nella stessa logica del dono. Il miglior ringraziamento è infatti donare quanto ci è stato dato, cioè le cose, noi stessi, tutta la nostra vita, come la povera vedova del Vangelo”.Il vescovo, che ha concelebrato assieme al parroco don Paolo Nutarelli e a don Fausto Furlanut mentre la Messa è stata impreziosita dal coro di San Giovanni al Natisone, ha benedetto i trattori schierati nel cortile della Cooperativa agricola.Il grazie per l’annata agraria, che la presidente provinciale della Coldiretti Angela Bortoluzzi ha definito buona nonostante la grandinata di luglio, è stato rappresentato dai cesti colmi dei prodotti della terra che i rappresentanti delle sezioni della Coldiretti hanno deposto ai piedi dell’altare.Ma la giornata non poteva non toccare le problematiche di un settore, dove gli agricoltori, primo anello di una filiera più o meno lunga, vengono spesso penalizzati. Se ne è fatta portavoce la Bortoluzzi che nel suo intervento non ha potuto non fare riferimento alla speculazione dei mercati che “strozzano” i contadini imponendo loro prezzi sempre più bassi, scarsamente remunerativi, e ai quali cerca di venir in aiuto la Coldiretti  puntando alla valorizzazione dei propri prodotti. Ma sono stati anche segnalati i danni provocati alle colture dagli animali selvatici come i cinghiali, i caprioli e nel Carso anche lo sciacallo dorato e il lupo nella Pedemontana pordenonese. Problemi a cui non possono farsi carico solo gli agricoltori e la Bortoluzzi, rivolta alla platea degli amministratori seduti nelle prime file, ha chiesto anche l’intervento delle autorità se si vuole tutelare l’agricoltura e nel contempo  salvaguardare il territorio. “Ci sono i diritti dei cittadini – ha detto la presidente della Coldiretti – ma ci sono anche i diritti degli agricoltori di coltivare le proprie terre”.È stata una difesa dell’agricoltura a tutto a tondo quella della Bortoluzzi che, anche dinanzi alle recenti inchieste che hanno messo sul banco degli accusati il mondo dei campi, ha sostenuto che gli agricoltori sono ben consci che è necessario mantenere sano il territorio, operare con scrupolo. “La Coldiretti dice sì alla regole – ha affermato -, le regole sono necessarie ma vanno rispettate da tutti”.La festa del ringraziamento è stata l’occasione per premiare personaggi, associazioni ed enti che si sono distinti nel campo della valorizzazione dell’agricoltura. La Coldiretti ha  consegnato il Premio fedeltà del sindacato a Enrico Veliscek, conosciuto come Simon di Brazzan, 100 anni già compiuti e portati con signorilità; originario di Ruttars ma da molti anni residente a Brazzano dove ha avviato un’azienda oggi condotta dal nipote Daniele. L’anziano coltivatore, presente alla festa, è apparso commosso nel ritirare il premio: “Sono contento che l’azienda cominci ad andare avanti. Grazie mille, sono commosso”.Sotto la regia di Claudio Fabbro sono stati poi consegnati gli altri due premi: il “Falcetto d’oro”, istituito dalla Civibank, è stato assegnato all’Associazione produttori Schioppettino di Prepotto nella persona della presidente Anna Muzzolini; la “Foglia d’oro”, promossa dall’amministrazione comunale, è stata consegnata a Marco Fragiacomo, dirigente dell’Istituto agrario “Brignoli” per l’attività didattica della scuola gradiscana nella promozione dei prodotti ortofrutticoli e in particolare per la creazione dello spumante a metodo champenois “Emopoli” e della “Rosa dell’Isonzo”.