I musons animano la “Vilie dai Sants”

Chiopris si prepara a rivivere la “Vilie dai Sants”, uno degli eventi che più caratterizzano e rendono rinomato l’antico borgo in questi ultimi anni. La festa, nata quasi “per gioco” una trentina di anni fa da un gruppetto di ragazzi del paese, vede oggi il coinvolgimento di molte persone, gruppi e scuole che si cimentano nell’intaglio delle zucche per realizzare i cosiddetti “musons” capaci di attirare centinaia di persone per la loro visione. “Vilie dai Sants” non ha nulla a che vedere con la festa di Halloween d’oltre oceano e oggi ben radicata anche nel nostro territorio. Al contrario, si propone di valorizzare un’antica tradizione un tempo diffusa in tutto il Friuli, quantomeno quello di lingua ladina, ossia l’usanza di intagliare le zucche per farne delle lanterne, dando loro le sembianze di un volto o teschio umano. Secondo le testimonianze raccolte dalle persone più anziane, questo intaglio avveniva durante tutto il periodo di disponibilità delle zucche, ma con particolare attenzione proprio ai giorni d’Ognissanti e dei Defunti. Per gli storici si tratterebbe di una tradizione di origine celtica, antica popolazione che aveva soggiornato anche in Friuli in tempi remoti, collegata alla festa dello “Samhain”. Si festeggiava a inizio novembre e serviva per prepararsi ai mesi freddi e a celebrare gli spiriti delle persone care. Queste, dunque, le antichissime origini della “Vilie dai Sants” che anche quest’anno verrà riproposta a Chiopris nella giornata di giovedì 31 ottobre. A partire dalle ore 19.00 verranno accesi i “musons” lungo la via principale del borgo e nelle corti interne. A seguire, un’attenta giuria valuterà e premierà le composizioni più belle presso i locali sportivi del paese dove sarà possibile degustare castagne e i dolci tipici della festa d’Ognissanti accompagnati da un buon bicchiere di ribolla e non solo. Un festa capace di meravigliare soprattutto i più piccoli, seppur sono banditi costumi, maschere e ogni travestimento così come il conosciuto “dolcetto o scherzetto”, per lasciar spazio ad una serata del tutto genuina e dal sapore locale.