#andràtuttobene

Non è stato facile decidere cosa scrivere per questo numero di Voce. E nemmeno il come farlo – almeno per chi vi scrive – dal punto di vista giornalistico. Devo dirvi che isolarsi un po’ mi ha fatto bene per decidere perché mi ha permesso di osservare. Partiamo allora da alcune considerazioni. Stiamo vivendo un periodo delicato che riguarda tutti noi anche come credenti. È il periodo della malattia. Qualcosa però di difficilmente controllabile rispetto ad altre situazioni sanitarie. Informati di questo dalle ben note e tristi cronache, dobbiamo essere anche consci che stiamo vivendo qualcosa di ancora più grande ed importante: la Quaresima. La scorsa domenica è stata la terza di questo “tempo forte” ma la prima in quarantena. L’arcivescovo Carlo e i sacerdoti delle nostre comunità hanno celebrato l’Eucarestia a porte chiuse ma menti e cuori delle nostre genti erano ben aperti all’ascolto grazie all’aiuto dei social o di altri mezzi di comunicazione messi al servizio di questo tempo. Viviamo un’emergenza proprio adesso in cammino verso la Pasqua, ma quali sono i nostri atteggiamenti e le responsabilità da credenti in questa prova? Prima di tutto dobbiamo pensare ad una “chiusura a tempo” a favore però di un concomitante atteggiamento di apertura fatto di solidarietà e prossimità. Le nostre comunità cristiane non possono che essere ricche – adesso più che mai – di speranza e gesti di altruismo. Essere cristiani “di riferimento” e giovani sempre “per adorare la vita” come spesso ripete Papa Francesco. Tanti in questi giorni sono gli esempi di persone che si donano perché non siamo “cristiani depressi”. Si pensi ai volontari delle Caritas parrocchiali, ai sacerdoti sempre con la “porta aperta”, alla Protezione Civile, alle iniziative di assistenza dei vari comuni del Mandamento, ai servizi a domicilio organizzati dalle edicole dei paesi Bisiachi, da alcuni commercianti o dalle realtà associative (solo per citarne alcune: Bar Acli di Ronchi o le associazioni giovanili Attic e Tinand Co di Staranzano). Viviamo allora questo tempo come un’opportunità per ricalibrare le nostre vite. È un periodo di digiuno per tutti; forse il digiuno più difficile di sempre proprio adesso ma proviamo a viverlo come un momento di approfondimento, certamente inedito, da vivere però in maniera più evangelica del solito. Gli ho citati poche righe sopra ma vale la pena ritornare su loro: i nostri sacerdoti. Loro ci aiutano a non perdere la speranza guidati dalla Parola che invita sempre a costruire. Ci ricordano che non c’è tempo per la paura e non manca mai da parte loro l’invito a reagire sempre con rinnovato slancio. Con l’aiuto della tecnologia, molti di loro raggiungono le comunità attraverso dei messaggi video e catechesi audio che sono rese poi disponibili sulle pagine Facebook delle parrocchie e degli oratori o giungono tramite Whats App. Questi nuovi strumenti sono stati messi a disposizione dai parroci delle due unità pastorali di Monfalcone, dal parroco di San Lorenzo di Ronchi e dal parroco dell’UP dei Martiri Canziani di San Canzian. Le parrocchie di Sistiana e Villaggio del Pescatore – tra le altre iniziative – hanno rinnovato domenica scorsa la raccolta dei beni di prima necessità a favore dell’Emporio della solidarietà di Monfalcone (che non si ferma come il Dormitorio della Marcelliana) con la collaborazione di laici volontari e degli scout di Duino. Nelle parrocchie di Aurisina, S. Pelagio, Sgonico e dei borghi agricoli di Samatorza e Slivia sul carso, ogni sera – su iniziativa del parroco – alle 21 suonano le campane che richiamano i fedeli alla preghiera e all’invocazione della protezione di Maria e S. Rocco. Tutte queste iniziative rappresentano un servizio di prossimità alle comunità che vedono anche la Chiesa presente nella società in questo momento non facile. Una Chiesa che non è solo istituzione ma una presenza fatta di battezzati e cresimati che si assumono le loro responsabilità. Iniziative diverse che sono ricchezza e concorrono all’unità dei credenti. Continuiamo a vivere così questa Quaresima che allora diventerà speciale perché in essa germogliano continuamente i sentimenti della speranza che ci permettono di essere certi che #andràtuttobene.