“Una vocazione che riguarda tutti i battezzati”

Ronchi dei Legionari ha ricordato il suo Patrono San Lorenzo. Una comunità che ha saputo dare anche questa volta la sua risposta perché convocata dalla Parola e dal Pane di Vita. È stata una ricorrenza particolare dopo i duri mesi della pandemia. La Santa Messa infatti non è stata celebrata nella chiesa parrocchiale bensì all’aperto, al Palaroller nell’area degli impianti di base vicino alle scuole e alla casa di riposo. A presiedere la solenne concelebrazione eucaristica è stato don Umberto Bottacin parroco di Maria Madre che ha ricordato i suoi 55 anni di vita sacerdotale. Don Bottacin è sacerdote dal 1965 e prima di guidare la parrocchia di Via Dante è stato vicario cooperatore nella parrocchia madre di San Lorenzo.

L’omeliaQuest’anno, è stato don Boscarol a tenere l’omelia della festa patronale.”Dopo quello che ci è accaduto, serve un nuovo inizio della vita, della società, della chiesa e del Cristianesimo”. Così ha introdotto l’omelia don Renzo. L’esperienza di questi mesi di restringimento è stata di spaesamento anche a Ronchi ma anche di presa di coscienza di alcuni valori negativi (come fragilità e vulnerabilità); sono stati sperimentati e vissuti anche valori positivi. “Sulla terra siamo amministratori e non padroni, connessi e uniti con tutti in un destino comune e interconnesso da non disperdere insieme alla carità e solidarietà.. Si tratta di non lasciar disperdere queste esperienze, di abituarci ad una nuova essenzialità e al recupero delle radici, di vincere la tentazione dell’individualismo e praticare una vita sostenibile anche dal punto di vista economico ed ecologico”. “La risposta cristiana – ha affermato il celebrante – non sta nelle burocrazie o nella ’religione civile’,piuttosto si lega alle tre opzioni bibliche delle letture di oggi: “continuare a seminare”, “dare la vita per amore” e “scoprire nella offerta di sé”. Si tratta dell’essenziale della fede cristiana. In primo luogo come una vocazione che riguarda tutti i battezzati e non un compito riservato solo ad alcuni di noi come preti, suore o frati … La riscoperta del sacerdozio di tutti è fondamentale per una nuova testimonianza anche all’interno della vita ecclesiale. Onorando il sacerdozio ministeriale, dunque, non si deve dimenticare questa dimensione che è propria di “tutti i battezzati” così ha sottolineato seriamente don Boscarol.Ai compiti della Chiesa oggi, pertanto, va affidato un maggiore senso realistico, prendendo atto della realtà: il Cristianesimo non è la religione del sacrificio e della rinuncia ma dell’amore, di chi sa cogliere il grido di sofferenza ed ingiustizia, di chi si fa accanto a chi ha perso i diritti, a chi vuole esprimere doveri di servizio e di carità. I Cristiani sono chiamati a provocare ed intercettare domande non a pretendere di avere risposte, mettere al primo posto ciò che è il bene di tutti, condividere e “corteggiare” gli umani, portare i pesi degli altri e credere di avere un futuro.Per il parroco, sostanzialmente nessuno deve sentirsi escluso da questo impegno di riappropriarsi della propria vocazione – come ha fatto per esempio il martire Lorenzo – e di mettere la propria vita a disposizione degli altri, per vivere e condividere la fatica della vita: appunto per “continuare a seminare”, per condividere raccogliendo tutti, nella convinzione che “ciò che muore apre la strada a ciò che sta nascendo”. La partecipazione popolareLa celebrazione patronale ha trovato la partecipazione di un bel gruppo di fedeli; presente anche il sindaco Livio Vecchiet che al termine della messa ha tracciato un profilo della situazione del paese con buoni spunti per guardare avanti con senso di responsabilità. Ci sono state poi ampie rappresentanze presenti: la comunità degli ospiti della casa di risposo, le associazioni, gli Alpini con la Protezione Civile, alcuni sacerdoti che hanno operato in città o del decanato tra i quali il decano don Paolo Zuttion e i due sacerdoti provenienti dalla comunità gemellata di Metlika con il parroco don Primoz. Ha accompagnato con il canto la celebrazione, la sezione maschile della corale S. Cecilia della parrocchia di Grado con il maestro Annello Boemo e l’organista Ivan Bianchi.

Il Premio della BontàA conclusione della celebrazione ha avuto luogo la consegna del Premio della Bontà 2020 e della borsa di studio per onorare la memoria di monsignor Mario Virgulin. Il premio è stato consegnato a Mario Dessenibus con la seguente motivazione: “ronchese patoc e omo de fede, chierichetto e delegato diocesano Aci, marito di Pinuccia e padre,  operaio al cotonificio, presidente del circolo e delle Acli provinciali, consigliere comunale,   sempre a servizio della comunità parrocchiale  e cittadina nel consiglio, nell’amministrazione  e nella liturgia eucaristica.”  

Una nuova opera per tuttiLa celebrazione ha offerto anche l’occasione per benedire ed inaugurare una originale pala d’altare ideata e dipinta da Federico Leban che mette insieme tutta la comunità nel profilo della chiesa madre di S.Lorenzo e della palazzina comunale.L’opera ricorda così – insieme – i compiti delle due realtà, le responsabilità ma anche l’unità della missione a favore del bene comune. A conclusione del rito l’immagine è stata consegnata a tutti i presenti. Nella parte retrostante dell’immagine sacra donata, sono state riprese le parole che Papa Francesco ha pronunciato in occasione della preghiera comunitaria tenutasi in piazza San Pietro il 27 marzo scorso con questo titolo: “Appello forte alle nostre radici”.