Una mozione per riflettere sulla libertà religiosa

Depositata nei giorni scorsi, ai fini della presentazione e discussione in consiglio comunale a Monfalcone, una mozione sulla libertà religiosa. La tematica proposta all’ esame dell’ aula è: “Monfalcone città multietnica. La libertà religiosa e di associazione e le condizioni per il suo esercizio”. Depositari della mozione consiliare sono i membri dell’opposizione cittadina Delbello, Greco, Morsolin, Giurissa, Altran e Fogar. Citando – come premessa  – il comma 1 dell’articolo 5 inserito nello Statuto Comunale, si fa riferimento al dovere che il comune ha nella tutela e riconoscimento del “valore di ogni singolo individuo, promuove ed afferma i diritti garantiti ad ogni persona dalla Costituzione e dalle Leggi, tutelandone la dignità, la libertà e la sicurezza personale e sostiene l’elevazione delle condizioni personali e sociali. Rappresenta e cura gli interessi della propria Comunità senza distinzioni di sesso, di razza, di nazionalità, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Le iniziative ed interventi attuati devono ispirarsi ai principi di equità e solidarietà”. Questioni dunque serie che una comunità come quella monfalconese deve vedere garantite nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone ribaditi dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e d alla Costituzione della Repubblica Italiana. Due documenti appunto, nei quali si fa un chiaro riferimento anche alla libertà di professare la propria fede religiosa assieme alla più generale libertà di associazione. “Occorre dare risposta alle diversificate esigenze, sia di natura spirituale che materiale, delle comunità che del contesto cittadino fanno parte e che contribuiscono allo sviluppo dell’economia locale, regionale e nazionale, sia in termini propriamente produttivi che fiscali (che come soggetti economici contribuiscono per di più al gettito fiscale cittadino). Ciò nondimeno l’apertura di un dialogo in tal senso si rende necessario per favorire percorsi verso una cittadinanza attiva e consapevole rafforzando la conoscenza tra culture e tradizioni diverse e richiamandosi al reciproco rispetto. Non va pertanto contrastata la realizzazione, da parte delle comunità (etniche o religiose), secondo procedure e normative, di luoghi di aggregazione, o centri socioculturali, che soddisfino le istanze precipue delle varie comunità che di questo contesto cittadino fanno parte” questo il passaggio fondamentale del documento di cui i consiglieri di minoranza si sono fatti promotori. Allegato al dispositivo iniziale della mozione, c’è poi uno scritto argomentativo che si pone come una serie di note che riguardano questioni inerenti al tema che saranno oggetto di ragionamento e discussione nel prossimo consiglio. Si va dalla Legge 189/02 (comunemente detta Bossi –  Fini): la deregulation nella migrazione economica, al testo su Monfalcone come caso multietnico preso in esame, fino ad arrivare alla questione centrale, quella  della libertà religiosa sulla quale ha espresso la sua posizione il parroco decano in merito alla vicenda della eventuale costituzione di un centro culturale islamico in città. E ancora sono citati e analizzati: l’articolo 19 della Costituzione, il parere del sociologo Orioles sui cambiamenti sociali, antropologici e culturali e la questione della sicurezza che vede – soprattutto negli ultimi tempi – Monfalcone come “una osservata speciale”.I temi proposti sono senz’altro meritevoli di una discussione costruttiva. L’occasione c’è e vale per tutti.