Un patto sociale per la tutela della salute nei luoghi di lavoro

Chi ha sofferto le conseguenze dell’utilizzo dell’amianto e chi ne ha condiviso sofferenze e attese, sente forti due aspetti della difesa della salute di chi lavora. Da una parte una maggiore corrispondenza alle necessità di supporto e cura ai malati ’di amianto’ e dall’altra la preoccupazione di non far mancare l’attenzione sull’utilizzo delle fibre artificiali vetrose che hanno sostituito l’amianto nelle lavorazioni in campo edilizio e nella costruzione delle navi. Ricerche e studi su questi materiali sono state fatte ed un monitoraggio pare essere costante, come già testimoniato nel convegno organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia a Monfalcone nel 2017. Un Gruppo di lavoro sulle fibre artificiali vetrose (FAV) si è formato negli scorsi mesi a Monfalcone con lo scopo di tenere desta l’attezione sulle possibili conseguenze dell’utilizzo di questi materiali. E, come sottolinea il Gruppo, il fatto deve essere visto come una ’questione sociale’, anche perchè i muri delle fabbriche non danno il perimetro esatto delle eventuali conseguenze negative per la salute dei cittadini, sia che lavorino nelle aziende sia che vivano nei loro dintorni. Rendersi conto dei danni alla salute procurati dall’amianto ha richiesto un arco di tempo di 25 anni a cui aggiungerne altri 20 prima di vedere proibito il suo utilizzo, per il quale ancora oggi si continua a pagare un pesante tributo di vite umane. Per questo si diffonde una sensibilità sociale che chiede di utilizzare il ’principio di precauzione’ che vuole studi e prudenza di fronte all’uso e alla diffusione di materiali per i quali non si hanno ancora sufficienti certezze scientifiche in merito all’impatto sulla salute delle persone e dell’ambiente. Il Gruppo di lavoro sulle FAV sostiene, in una nota, che è indispensabile costruire un fronte ampio, un patto tra forze politiche, istituzioni, sindacati, associazioni, medici, ricercatori e imprenditori per sostenere una visione del lavoro in cui diritti, dignità, salute, sicurezza, prevenzione siano effettivamente rispettati. Del resto, sarebbe dare attuazione a quanto scrive la Costituzione della Repubblica Italiana. In effetti, la tutela della salute nei luoghi di lavoro, è un aspetto importante del più generale obiettivo di consentire a tutti di vivere un reale “benessere”.Spesso succede che questo obiettivo venga sacrificato per raggiungere altri obiettivi, soprattutto il profitto. Chi parte dall’esperienza della forza distruttiva dell’amianto sente il dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul valore della salute, che richiede scelte e decisioni. Non è una questione che riguarda i singoli o le famiglie di chi perde la salute sul lavoro, non solo in fabbrica; è una questione che riguarda tutti: una ’questione sociale’ che sollecita il contributo e la responsabilità di tutta la società.