San Giuseppe in festa per il patrono e i 50 anni della parrocchia

Ha dato il via domenica 15 l’apertura in ricreatorio della mostra su “La famiglia di Nazaret” curata da alcuni componenti il Consiglio pastorale e in palestra con lo spettacolo teatrale “C’è qualcuno alla porta” rappresentata dalla compagnia teatrale “La stropula” e dall’Università della Terza età. Numeroso ed attento il pubblico presente alla proiezione del film di Alejandro Gomez Monteverde “La Bella” seguito da un riflessione del regista Giovanni Ziberna che  ha messo in evidenza i valori sottesi alla vicenda narrata dal film.Folta e partecipata la presenza dei parrocchiani alla celebrazione solenne di giovedì 19 marzo presieduta da  don Hervè Djezou della Costa d’Avorio, ospite della nostra diocesi per l’animazione missionaria durante la quaresima. Ad animare la Santa Messa il coro parrocchiale e l’orchestra d’Archi della scuola di musica di Farra di Farra d’ Isonzo che, a conclusione, si è pure esibita in un apprezzato concerto .I festeggiamenti si sono conclusi domenica 22 con la presentazione, a cura dell’autore Matteo Meneguzzo, del libro “Essere padri in un mondo che cambia” e alla sera, in chiesa, con un concerto di musica sacra della Corale “Renato Portelli ” di Mariano accompagnata da un quartetto d’archi e pianoforte.Ma quest’anno la comunità di San Giuseppe sarà oggetto di una serie di manifestazioni particolari per ricordare i 50 anni di via della parrocchia. Difatti, come è stato annunciato in chiesa all’inizio della celebrazione, cinquanta anni or sono il 19 dicembre 1965 mons. Andrea Pangrazio, allora Arcivescovo di Gorizia, nel benedire la nuova chiesa di Largo Isonzo dava l’avvio ufficiale, ad ogni effetto pastorale e giuridico, alla nuova parrocchia intitolata a San Giuseppe. Si concludeva un periodo di intensa, faticosa, ma entusiastica preparazione per dar vita a questa nuova comunità ecclesiale posta alla periferia della città di Monfalcone in un rione allora appena sorto con la costruzione di case popolari a cura dell’IACP . Molte manifestazioni. Ma saranno da ricordare e da ringraziare soprattutto i tanti, sacerdoti e fedeli e, in primis, il primo parroco do Pino Deluisa che hanno fattivamente partecipato alla costruzione della chiesa e, successivamente del ricreatorio e delle altre strutture necessarie per la sua vita ma sopratutto nel dar inizio alla nuova comunità cristiana, che dopo 50 anni è più viva che mai. Sarà l’occasione, nel periodo che ci separa dal 19 dicembre, per una verifica tutto campo della vita della parrocchia. Quella dell’aspetto pastorale gia in parte iniziata con la riflessione da parte del Consiglio pastorale sulle indicazioni dell’Arcivescovo su “Una Chiesa che ascolta ed accoglie” e delle strutture, che dopo tanti anni presentano notevoli  acciacchi.