Rivelarsi dono da offrire con gratuità e trasparenza

Ronchi dei Legionari – assieme alle città gemellate di Metlika e Wagna – ha ricordato e festeggiato il suo patrono martire e diacono San Lorenzo che è stato un luminoso esempio di martirio e di amore per i poveri. A celebrare la santa messa solenne festiva è stato monsignor Paolo Nutarelli parroco arciprete di Grado che ha ricordato come il parroco monsignor Ignazio Sudoso i 25 anni di ministero sacerdotale. “La fede ci fa credenti, la speranza credibili e la carità, creduti” ha affermato il celebrante ricordando i due storici parroci monsignor Mario Virgulin e don Renzo Boscarol che hanno saputo raccogliere l’esempio del santo patrono e la sua provocazione che ancora oggi interroga molti. “Lorenzo non ha offerto ori, opere d’arte o meravigliose basiliche – continua monsignor Nutarelli – ma i poveri che serviamo servendo Cristo”. Poi da parte del celebrante c’è stato l’invito a non chiudersi in se stessi ma a rivelarsi dono da offrire agli altri con gratuità e trasparenza.A concelebrare la messa numerosi sacerdoti fra cui i parroci delle due comunità gemellate, don Primoz Bertalanic per Metlika e don Anton Neger per Wagna.Quest’anno, il neocomitato “Monsignor Virgulin – don Boscarol” ha inteso riformulare lo storico premio della bontà proponendolo come premio solidale alla carità in memoria del compianto parroco don Renzo che sempre ha fatto della condivisione e della carità fraterna il simbolo del suo ministero sacerdotale. Per questa prima nuova edizione del riconoscimento, il neo comitato, assieme alla parrocchia e grazie a quanto lasciato da don Renzo per i poveri, ha pensato di offrire in occasione della festa patronale una testimonianza di carità molto concreta ed attuale attraverso il sostegno a due famiglie sconvolte dalla terribile esperienza della guerra tra Russia e Ucraina. Molte persone scappate dal territorio aggredito sono state ospitate anche nelle nostre comunità.”Vista la situazione abbiamo preso contatto con il Centro di Aiuto alla Vita di Monfalcone, guidato dalla presidente Chiara Bressan, che segue in questo frangente anche diverse madri con bambini scappati dalla guerra” ha ricordato la presidente del comitato Fiorella Huala. Le storie di queste donne con i loro piccoli hanno emozionato tutti i presenti e hanno portato una sana ventata di umanità in un giorno importante per la comunità.Valerija ha 27 anni ed è arrivata a Pieris agli inizi di aprile con 2 bambine che hanno rispettivamente quasi 6 e 4 anni. Vivevano a Dnipro. Valerija ha partorito il 7 luglio scorso a Monfalcone il suo terzogenito Miron. È stata ospite della zia materna che ha accolto tutti. Ora Valerija è stata accolta da una volontaria del Caritas di San Canzian e da qualche settimana è stata raggiunta da suo marito.Natalija invece, ha 38 anni ed è giunta a Monfalcone a metà aprile dopo un viaggio di tre giorni assieme alla figlia maggiore di 21 anni e il figlio che ora ha 10 mesi. Abitava a Kharkiv dove la figlia più grande frequentava l’università. Insieme al marito, Natalija gestiva un salone di estetica di cui purtroppo ora non sa più nulla. Suo marito è ancora al fronte e si fa sentire quando raramente ne ha la possibilità. A Monfalcone questa famiglia è ospitata da una connazionale che ha sposato un uomo monfalconese. È stato il sindaco Mauro Benvenuto consegnare il premio alle due famiglie. La tradizionale borsa di studio in memoria di monsignor Virgulin è andata invece al seminarista Matteo Marega, studente di teologia del seminario interdiocesano di Castellerio che si è impegnato molto nella vita comunitaria nei suoi anni di tirocinio pastorale. A consegnare il riconoscimento a Matteo è stato il parroco mosignor Ignazio Sudoso.A don Nutarelli, in occasione del suo 25° dall’ordinazione sacerdotale, è stata donata un’immagine del santo della carità. Un pensiero di riconoscenza poi è andato al sindaco di Wagna Franz Trampusch recentemente scomparso e che aveva fortemente voluto e sostenuto i gemellaggi tra le comunità di Wagna, Metlika e Ronchi. “La nostra comunità ronchese, ha l’energia, le potenzialità e la determinazione per orientare il suo cambiamento allo sviluppo umano, sociale e civile, mettendo la dignità della persona e la sua difesa al centro del suo sistema valoriale” ha affermato il sindaco Mauro Benvenuto nel suo breve intervento. E ancora il primo cittadino: “Le figure di monsignor Mario Virgulin e di don Lorenzo Boscarol, che oggi in questa celebrazione abbiamo ricordato, ci hanno resi orgogliosi e fieri. Sono stati capaci di comprendere come il benessere della comunità dipenda da molti fattori e da molti attori, ma soprattutto, dalla qualità delle relazioni tra le persone, dalla coesione sociale e da una solidarietà che si sappia esprimere nei gesti di ogni giorno”. Il canto che ha accompagnato la solenne liturgia eucaristica è stato affidato alla Corale Santa Cecilia di Grado, guidata dal maestro Annello Boemo e da Ivan Bianchi che ha suonato l’organo Mascioni della parrocchiale. È stata eseguita la messa Santa Caterina di Giuseppe Rota unitamente a vari canti popolari accompagnati dall’orchestra. Dalle 9.30 del mattino c’è stato lo scampanio festivo a cura dei Campanari Bisiachi e del Goriziano. Per l’occasione, a ricordo della ricorrenza patronale è stata distribuita ai presenti un’opera fotografica a cura dell’artista ronchese Federico Leban. Al termine del momento religioso tutti sono stati invitati a spostarsi nel parco adiacente alla chiesa per un momento di festa e di convivialità vissuto anche grazie alla collaborazione degli ospiti pakistani e cubani della cooperativa sociale Acli che vivono nell’ex casa del sagrestano.