Ricordato S. Vito nel rione che porta il suo nome

La comunità ronchese – ad una settimana di distanza, causa condizioni armosferiche avverse – ha ricordato e festeggiato il santo patrono, S. Vito. Insieme al fratello Modesto, la loro memoria viene unita a quella di una educatrice, tanto era profondo il suo legame non solo familiare ma anche con la figura appunto della catechista. La tradizione locale aquileiese – con i Santi Canzio, Canziano e Canzianilla assieme a San  Proto – è altrettanto ricca e significativa: l’educazione alla fede e alla testimonianza, non sono solo un tutt’uno ma diventano un legame indissolubile per quanto riguarda la formazione cristiana.Nel corso della celebrazione – presenti le persone che vivono e hanno vissuto questa lunga tradizione con la vita del rione – sono state ricordate le vicende di cento anni riguardanti il rientro o l’arrivo a Ronchi delle famiglie nelle diverse colonie, dopo la grande guerra; anni complicati con esperienze pesanti di vita personale e familiare, come la tragedia delle migrazioni (1924) in America latina. Ad esse si sono aggiunte le vicende della seconda guerra e della ricostruzione con l’abbandono della terra e l’ingresso nella storia industriale del territorio; famiglie numerose e povere che hanno cercato di nuovo lontano, fortuna.Fare memoria allora, ha sottolineato il celebrante, è ricordare nel cuore e cogliere le indicazioni per leggere il futuro nella certezza della fede vissuta e testimoniata, nella credibilità di gesti che aprono alla fiducia e alla pietà, alla conservazione non di schemi fuori tempo ma di un servizio da segnare secondo i valori dello spirito, del futuro e dell’eternità.All’inizio della celebrazione, l’icona restaurata e ritinteggiata da un volontario del posto, e fatta situare dal parroco monsignor Mario Virgulin nel 1983, di fronte a quella che era la chiesetta dedicata al santo patrono del rione e distrutta dalla guerra, è stata festeggiata con i fiori del ricordo e i sentimenti della riconoscenza e della fraternità.