Riconciliazione, scelta di libertà

Provate a pensare ad un gruppo di bambini frequentanti la quarta classe della scuola primaria e giunti al secondo anno di catechesi in vista della prima comunione. Immaginateli: vivaci, sinceri, timidi o in difficoltà e – soprattutto – reduci da due anni di pandemia. La loro vita, per più di due anni, è stata un continuo start and stop tra mura di casa, lezioni in presenza alternate a lunghi periodi di scuola on line, quarantene preventive, covid, poche uscite e attività sportive, di catechesi o di tipo associativo frequentate a singhiozzo. Come spiegare a questi piccoli il sacramento della riconciliazione? A parlare – ancora, nel 2022 – di confessione e peccato, si sarebbe andati fuori strada con dei bambini di quasi dieci anni. Domandarsi invece cosa volesse dire per loro “ricevere il perdono” e “vivere riconciliati” aveva tutto un altro sapore. Vivere quindi un’esperienza “tranquilla” che riguarda il proprio essere. Ma come? A pensarci e a proporlo è stata la catechista Fiorella Huala che – assieme a chi vi scrive – si è guardata intorno e ha cercato di individuare una possibile chiave di lettura per un nuovo e diverso progetto catechistico collegando in un certo senso la riconciliazione con degli esempi di verità e coerenza come lo sono stati i giornalisti che vengono ricordati nella “Passeggiata della libertà di stampa e di espressione” presente nella città di Ronchi dei Legionari e ideata dall’associazione culturale Leali delle notizie. Un percorso volto a conoscere le storie di giornalisti e operatori dell’informazione – donne e uomini – che hanno “perso ma donato” la propria vita per restare fedeli al proprio lavoro. Quindi i piccoli fanciulli hanno percorso questa camminata all’aperto, sull’esempio di queste persone che hanno testimoniato con la propria vita che si possono evitare azioni, comportamenti sbagliati e illegali contrari al bene comune. La camminata prevede 22 pannelli dislocati tra centro cittadino e parco comunale. “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” è stato il comandamento messo al centro dell’attenzione di questa esperienza. Il martirio di tanti professionisti dell’informazione coraggiosi e onesti, modelli e maestri che ci aiutano a “misurare la verità e la coerenza”, sono stati un esempio per la persona e la coscienza dei piccoli amici frequentanti la catechesi. Quattro sono state le tappe significative e simboliche (per motivi di tempo) anche se tutte meritano la giusta attenzione. Sono stati ricordati Mario Francese vittima di mafia, i professionisti: Cutuli, Fuentes, Burton e Haidari morti a causa dei talebani, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin uccisi a Mogadiscio in Somalia mentre lavoravano ad alcuni reportage su traffici illeciti ed infine la sosta alla “panchina di Cristina Visintini” dove è stato ricordato pure don Boscarol anche lui giornalista e amico di Cristina. Entrambi sono stati esempi di libertà, hanno servito il territorio e sono stati attenti ai deboli. A partecipare agli incontri ci sono stati anche alcuni genitori e Lorena Boscarol con Luca Perrino per conto dell’associazione cittadina. Al rientro nella chiesa di San Lorenzo, i bambini hanno vissuto il sacramento della prima riconciliazione con don Ignazio e don Mirko. Una vita riconciliata è una vita viva e di speranza. Così anche i più piccoli hanno compreso meglio che “ricevere il perdono” è una “via d’uscita” per rispettare se stessi e gli altri: una scelta di libertà.