Quella lettera in mani sicure

Un’iniziativa nata per continuare a chiedere che venga fatta luce sull’uccisione di Giulio Regeni. Sono passati oltre due anni dall’omicidio del ricercatore italiano, il cui corpo fu ritrovato al Cairo il 3 febbraio 2016, e non c’è ancora nessuna verità su quanto avvenuto tra il gennaio e il febbraio di quell’anno. È stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a ricevere al Quirinale i genitori di Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni, con la sorella Irene, accompagnati da Alessandra Ballerini, avvocato per i diritti umani, e una delle partecipanti alla ciclostaffetta. Un incontro cordiale nel quale, con il Capo dello Stato, si è detto con convinzione che la ricerca di verità è irrinunciabile. Il presidente ha ricevuto il messaggio contenuto nella lettera che i genitori di Giulio gli hanno consegnato dopo la lunga ciclostaffetta guidata da Bisiachinbici.La lunga pedalata per chiedere verità e giustizia sul caso Regeni si è conclusa alla Camera, dove i genitori del ricercatore sono stati accolti anche dal presidente Roberto Fico. La terza carica dello Stato si è adoperata sul caso, per quanto possibile, sin dal suo insediamento.Non si può dire certamente che il caso si sia risolto ma certamente una buona notizia in questa lotta per la giustizia e il rispetto dei diritti umani c’è: quella lettera piena di speranza è in mani sicure. Un segno convinto di Democrazia.