“Non sono stati uccisi ma hanno donato la vita”

Domenica 30 maggio alle ore 19 è stata celebrata in forma solenne la Santa Messa per onorare la memoria dei Santi Canziani, patroni della parrocchia e del paese di San Canzian d’Isonzo. Un allegro scampanio prodotto dagli abili Scanpanotadori bisiachi, ha chiamato a raccolta i  numerosi fedeli che hanno voluto partecipare alla cerimonia e che, a causa delle norme restrittive in vigore, hanno dovuto prendere posto anche fuori dalla chiesa. Presenti anche le autorità civili nelle persone del Sindaco Claudio Fratta e dell’Assessore Flavia Moimas.La liturgia, presieduta da don Francesco Maria Fragiacomo, è stata animata dal coro parrocchiale di San Canzian e da quello di Beglian.”Chi vorrà salvare la propria vita la perderà ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà”. Parole che risuonano quanto mai concrete se ci si sofferma in preghiera davanti alle urne dei giovani martiri aquileiesi che non sono stati uccisi, come ha sottolineato don Francesco, ma hanno dato la loro vita. Perdere per ritrovare, morire per vivere, dare un senso alla vita, seminare, prepararsi per dare un senso alla morte altrimenti vivere diventa solo un conto alla rovescia verso il nulla, un castello di sabbia che un’onda velocemente porta via.”I giovani, in particolare – continua il parroco citando Papa Francesco – corrono il rischio di essere derubati della speranza anche a causa di noi adulti che non sappiamo più trasmettere i grandi ideali perché li stiamo sostituendo con la continua ricerca di difendere noi stessi. Che il frutto dell’amore offerto dai Santi Canzio, Canziano e Canzianilla renda ancora feconda la nostra comunità, i nostri giovani e la Chiesa tutta. Santi Canziani, pregate per noi”._______________________________________________________________________________

Le nuove indagini archeologiche sulla parrocchiale

Venerdì 28 maggio si è tenuto, nell’ambito dei festeggiamenti per i Santi martiri Canziani, patroni della parrocchia e del paese di San Canzian d’Isonzo, un incontro per illustrare i risultati delle indagini archeologiche condotte nell’anno 2020 realizzate precedentemente al posizionamento di una nuova teca contenente altre reliquie ossee dei Santi Canziani, e che avevano evidenziato la presenza di una cripta sotto una lapide funeraria situata ai piedi dell’altare. Oltre ai momenti di preghiera comunitaria, il programma delle celebrazioni prevede tre distinti momenti, che il parroco, don Francesco Maria Fragiacomo, ha sintetizzato con i sostantivi memoria, celebrazione e progetti. Il primo, filo conduttore della serata di venerdì, è idealmente collocato al centro della piazza, luogo del martirio dei tre giovani Canzio, Canziano e Canzianilla e nella cripta. Il secondo è la memoria viva, l’apice della festa con la Messa di domenica 30 e il terzo martedì 1 giugno quando presso la Sala Civica, quando sono stati presentati i progetti di valorizzazione degli scavi archeologici e del piazzale d’ingresso della parrocchiale. Dopo il saluto dell’assessoreFlavia Moimas, e l’augurio che il rinnovato impulso alle ricerche porti all’emergere di grandi novità, la dott.ssa Paola Ventura della Soprintendenza regionale Archeologica belle arti e paesaggio, mette in evidenza come dalla tutela del territorio, attraverso un lavoro in sinergia con i diversi soggetti interessati, possa ampliare ed approfondire la conoscenza così come è successo a San Canzian.Il dottor Luca Ventura ha invece inquadrato storicamente la chiesa. Da un documento, risulta che nel 1247 era una pieve e che nel 1593 è stata riconsacrata probabilmente a seguito di importanti lavori di ristrutturazione ed ampliamento, compresa la realizzazione della cripta. Nel XVIII secolo, Pio V vieta di seppellire i sacerdoti defunti sopra il pavimento e costringe a costruire delle cripte a volta, usando solo mattoni o pietre, e a collocarle sotto l’altare maggiore. Probabilmente tra il 1756 e il 1758 è stata ristrutturata, adeguandola alle direttive. Da quello che risulta dal Libro dei morti conservato in parrocchia, dal 1651 al 1811, sono stati sepolti 13 religiosi tra parroci e cappellani.Il dottor Giampaolo Gazzano, ha illustrato il metodo di lavoro effettuato con il georadar nell’aula della chiesa. Questo strumento permette, in fase preliminare, di determinare variazioni anomale del terreno che andranno analizzate assieme agli archeologi, in vista di futuri scavi. Ha annunciato che un supplemento di rilievo ha rilevato delle interessanti anomalie sulla parte posteriore dell’altare.Il dottor Dario Innocenti ha descritto lo scavo archeologico della cripta, una struttura che si sviluppa in orizzontale in direzione dell’altare maggiore. All’ingresso sono presenti tre scalini mentre il recupero dei resti ossei è stato effettuato sulla sua parte finale. E’ stato ritrovato anche un corredo tra cui due medaglie una del 18° secolo dedicata alla Vergine di Loreto e una commemorativa dell’incoronazione della Madonna di Barbana datata 1863.Conclude gli interventi il dottor Francesco Simonit che ha condotto gli studi antropologici sui resti ossei e che hanno confermato la presenza di 12 individui, maschi, di età fra i 30 e i 60 anni in un normale stato di costituzione. L’ultimo sacerdote, don Nanut, che, tra le tante cose, ha fatto costruire l’attuale cimitero, probabilmente è stato sepolto in chiesa. Don Francesco, chiudendo la serata, ha spiegato che le ossa ritrovate sono state catalogate, riordinate, sistemate in quattro cassettine e ricollocate al loro posto. Una S. Messa di suffragio ha sigillato l’operato di tutti.

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Promosse le “Piccole Guide”

Seppur in modo diverso, anche quest’anno i bambini della classe V della Scuola Primaria G. Pascoli di San Canzian d’Isonzo, hanno ricevuto la “promozione” a Piccole Guide, come da tradizione della scuola dal lontano 2005. La scuola infatti mantiene viva la convinzione che i segni materiali e culturali del territorio vadano conservati, valorizzati e diffusi a tutti i livelli possibili anche coinvolgendo i bambini, il futuro di ogni comunità. E’ un posizione questa che ha da sempre condiviso con la parrocchia, l’Amministrazione comunale e la Società Friulana di Archeologia e che ha prodotto fruttuose collaborazioni.Vista l’impossibilità di effettuare i sopralluoghi sui siti archeologici, e la successiva presentazione in pubblico del lavoro svolto in classe, la docente, dott.ssa Paola Rovina, nel corso del mese di maggio, ha proposto una diversa modalità per trasmettere in modo ugualmente attivo la memoria della storia locale. La maestra, per incuriosire la classe, ha proposto ai bambini di scrivere su un cartellone tutto ciò che conoscevano sui Santi Canziani e sulla storia di San Canzian. Dopo aver riconosciuto assieme che le informazioni erano piuttosto scarse, ha iniziato a raccontare. Si è  avvalsa dell’aiuto di fotografie dell’interno e dell’esterno della parrocchiale, degli scavi compiuti nel passato, dei mosaici rinvenuti e del diverso materiale che negli anni i bambini, che li avevano preceduti, avevano prodotto con l’aiuto degli insegnanti e degli archeologi. Il secondo cartellone sul quale sono stati poi invitati a lavorare, si è riempito in breve tempo di numerosissime slides segno che l’obiettivo era stato raggiunto. Sull’onda dell’entusiasmo suscitato, i bambini sono stati invitati a visitare privatamente i luoghi studiati fungendo da “ciceroni” ai loro accompagnatori.