Marcelliana: Via Crucis di speranza

Hanno contribuito ad un percorso spirituale sereno e partecipe della sofferenza e della gloria di Gesù portando i partecipanti dal pretorio della condanna alla cena della manifestazione del Risorto ad Emmaus. Serenità con gli occhi aperti al dramma di Gesù, di sua madre, delle donne che lo seguivano, dei suoi amici. Un silenzio contrapposto alla confusione che entra in tutti in questo tempo in cui terrore e disprezzo della vita umana, lontano e vicino a noi, inondano i nostri occhi e stordiscono la nostra mente. Quelle sculture portano costantemente ad un volto, quello dell’uomo che si rivela Dio nella sofferenza e nella battaglia vinta contro la morte.  Una strada, un richiamo per tutti noi. Dio è nella storia, quella che ci passa accanto ogni giorno fatta di una umanità concreta che esprime bisogni e attende risposte. Certamente quale alimento dello spirito, ma altrettanto certamente quale opera che realizzi giustizia e solidarietà tra le persone. Usciti dalla chiesa ci si trova nella vita di sempre, con dibattiti che riguardano le cose di ogni giorno, da quelle più piccole a quelle che coinvolgono le istituzioni e le comunità più vaste. E’ lì dentro che il percorso di Gesù chiede di continuare: nelle famiglie, nel lavoro, nelle risposte al bisogno di salute, nell’organizzazione della vita sociale e istituzionale, nella cultura, nello sport. Siamo in momento in cui si dibatte molto sui necessari cambiamenti del nostro modo di vivere sociale. La riflessione della Settimana Santa ci riporta al punto: possiamo discutere di tutto, purché il tutto sia una vera risposta alle necessità delle persone e non un esercizio dialettico che nasconde interessi e volontà di potere slegati dal bene comune e volti a soddisfare ambizioni, personali o di gruppo che siano. Strada dura, ma la Risurrezione viene dopo la scelta di percorrere la via del Calvario.