Lo scampanottare ha ripreso il suo posto nella vita dei paesi

Il Friuli ha un’anima edulcorata con diverse tradizioni, sfumature linguistiche e formae mentis. Tra le varie caratteristiche peculiari, con un unico filo conduttore ma con multiformi varianti, c’è l’arte campanaria: quasi scomparsa dopo l’avvento dei sistemi elettrici sui campanili friulani, lo “scampanottare” ha ripreso negli ultimi anni quella preponderante parte delle feste paesane che ricopriva un tempo. Ciò grazie all’assiduità con cui gli anziani che custodivano i segreti su come “suonare le campane” hanno portato negli anni questa tradizione ai più giovani. Particolare è il “Gruppo Scampanotadôrs di San Lorenzo Isontino”, attivo dal 1986 nell’omonimo paese in provincia di Gorizia e portato avanti da decenni dal M.o Vanni Marega. Da qui, per volontà degli allievi che si sono succeduti negli anni e che hanno fatto propria questa arte peculiare delle nostre terre, le scuole si sono moltiplicate ed ora l’Associazione Campanari del Goriziano può vantare ben sei diversi corsi dislocati in altrettanti punti nevralgici dell’Arcidiocesi di Gorizia.Tra questi ritroviamo San Pier d’Isonzo dove la Squadra dei Campanari Bisiachi, sabato 12, ha concluso con l’ultima lezione l’appuntamento del 2016 per augurarsi di procedere allo stesso modo nell’anno venturo. Interessante, infine, sottolineare il metodo di “scampanottata” del goriziano, una variante tra lo scampanottio friulano e quello sloveno. Tre sono i modi di suono: il più conosciuto è il “doppio” dove tutti e tre i Sacri Bronzi vengono suonati a slancio creando il regolare e tipico “din don dan”; c’è poi lo scampanio manuale vero e proprio dove, a batacchi legati con corde e avvicinati mediante esse alla campana stessa, il bronzo viene fatto risuonare ritmicamente creando melodie veloci e festose dov’è tutta la maestria dei suonatori è coinvolta appieno; si conclude con il “campanon”, un misto tra i sistemi precedentemente elencati, dove, cioè, una campana è mossa a slancio (creando quindi dei rintocchi ritmati continui) mentre le altre due vengono percosse con veemenza con melodie basilari ma ritmiche. Il risultato si ritrova nell’aria di gioia tipica dei paesi friulani ed isontini.