La verità è un tuo diritto

Il dolore non si cancella. La vita dopo una tragedia può trasformarlo nel motore di una ricerca di verità quale contributo alla costruzione di una società più giusta e rispettosa della dignità di ogni persona. La sera del 31 maggio, nell’affollato teatro parrocchiale di San Nicolò a Monfalcone, lo si è capito bene sentendo la testimonianza di Paola Deffendi ed il saluto di Claudio Regeni.L’incontro era dedicato al “diritto alla verità”, rileggendo quanto accaduto al loro figlio Giulio, torturato ed ucciso poco più di tre anni fa nella capitale egiziana. “La storia tragica di Giulio Regeni incarna in sé la violazione di quasi tutti i diritti umani. L’assenza di verità è per tutti noi una violazione dei diritti umani “e permette il suo “perpetuarsi su altre persone”. Lo ha ricordato in un videomessaggio l’avvocato Alessandra Ballerini, offrendo una forte motivazione alla ricerca della verità giudiziaria. Ormai la verità sui fatti è più che un’intuizione e coinvolge apparati di sicurezza dello Stato egiziano come dimostrano le indagini della Procura della Repubblica di Roma illustrate nel docufilm “Nove giorni al Cairo”, che ha puntualmente messo all’attenzione dei presenti quanto avvenuto nel 2016, sulla base delle inchieste dei giornalisti di Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Non manca chi vorrebbe cadesse l’oblio su Giulio Regeni in nome di quel “tanto ormai, la vita continua”, che cerca di scaricare il peso della tragedia e coprire la verità dei fatti e delle responsabilità. Perchè continuare a cercare la verità? “Il diritto alla verità ci riguarda tutti – ha ricordato la giornalista Luisa Pozzar che ha condotto l’incontro – soprattutto perchè Giulio, e insieme a lui le tante Giulie e Giulio del mondo, non è una evanescente immagine del passato o un’idea astratta per la quale battersi. Giulio è una persona”.  Giulio è uno di noi . Giulio siamo noi “ogni volta che la verità viene tradita, ogni volta che una persona è calpestata, ogni volta che una persona viene abbandonata, lasciata senza mezzi per vivere, mortificata nelle sue relazioni, distrutta dall’odio”.Ecco perchè continuare e perchè occorre educare al rispetto dei diritti delle persone. Il diritto non è l’antagonista del dovere, anzi, ogni diritto richiama l’esistenza di un dovere.La riflessione proposta da Antonella Tripani sull’esperienza del Consiglio comunale dei giovani di Fiumicello, vissuta anche dal giovanissimo Giulio Regeni, ha delineato un interessante percorso nell’educazione alla cittadinanza attiva e reponsabile. E’, come ricorda il titolo del libro che ha scritto, un “Work in Progress”, un lavoro che continua, che si perfeziona e che, pur con le sue difficoltà, può accompagnare i giovani nel cercare un loro ruolo nella società. La lunga pedalata dei “Bisiachinbici” da Duino a Roma, all’inizio dello scorso autunno ha portato fino al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella una lettera dei genitori di Giulio. Alessio Russi ha comunicato il senso di quell’esperienza che è stata, da una parte, espressione di solidarietà e dall’altra l’incontro con persone e gruppi in cui la stessa solidarietà è diventata tramite di conoscenza, amicizia e condivisione. Su questa “ciclostaffetta” è in preparazione un documentario che rimarrà testimonianza di una ’impresa’ in nome della ricerca della verità. La conclusione dell’incontro è stata lasciata alla musica che, come ha ricordato Luisa Pozzar, appiana, riconcilia e rincuora. Margherita Baggi (voce)  e Piercarlo Favro (chitarra) hanno eseguito una loro composizione musicale che ha accompagnato e valorizzato le parole di due poeti del ventesimo secolo: Pablo Neruda e Nazim Hikmet. Parole e musica di speranza nel costruire un futuro più umano.