La solidarietà della parrocchia della Marcelliana

Pure la nostra parrocchia della Marcelliana ha voluto portare un proprio concreto contributo subito dopo la grande scossa del 6 maggio: in pochi giorni, in risposta all’appello del Consiglio Parrocchiale, sono raccolte presso la Casa della Gioventù più di un milione di lire, oltre a mobili , vestiario e generi alimentari che verranno portati in Friuli tramite i frati di Gemona. Ma si decise anche di intervenire direttamente sul posto.La conoscenza con il colonnello Febraro del locale Navalgenarmi, accorso immediatamente ad Avilla di Buia dove aveva impiantato una tendopoli, offrì l’occasione per orientare l’impegno della parrocchia in quella zona. Si presero i contatti con il parroco don Saverio Beinat. Nasce così un vero e proprio gemellaggio. Don Saverio, con un atto di coraggio che voleva essere l’invito a non perdere la speranza e a guardare al futuro, volle che ai bambini della Parrocchia, malgrado la situazione, fosse data la prima comunione. E così il 2 giugno, all’aperto, viene conferita la prima Comunione ad un piccolo gruppo di bambini di Avilla.Alla celebrazione ha partecipato e collaborato anche una folta rappresentanza della Marcelliana: i vestiti dei bambini furono offerti dalle famglie dei ragazzi che pochi giorni prima alla Marcelliana, avevano ricevuto anche loro la prima comunione. E’ stato un momento di festa veramente indimenticabile. Maturava intanto nella comunità anche l’idea di un impegno concreto sul posto, che pur in limiti modesti portasse a soluzione almeno un problema.Assieme a don Saverio si stabilì di ripristinare un rustico, già abitazione di una anziana signora, quasi completamente distrutto dal terremoto. Dopo la stesura del progetto , trovati i soldi per finanziare l’opera, ordinati i materiali, provveduti gli attrezzi necessari, ottenuti i permessi, il 2 agosto una equipe della parrocchia formata da Ezio Bottegaro, Nino Fragiacomo, Arduino Paradisi, Adriano Boschini, Giuseppe Drosolini, fra Quintino, più tardi da Mario Miniussi e saltuariamente tanti altri, cui si aggiunsero dei ragazzi volontari di Saronno che operavano sul posto, iniziava il campo di lavoro. Giornalmente per tutti i quindici giorni delle ferie collettive del Cantiere e poi per tutti sabati il gruppo si recava ad Avilla. In due mesi il lavoro è stato completato.Il 2 ottobre, alla presenza di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, del parroco della Marcelliana padre Biagio Boron e di tante persone della parrocchia, il piccolo edificio rimesso a nuovo e completo  di tutti i servizi e dei mobili, viene benedetto e consegnato alla signora Ardemia.Dopo le scosse del settembre 1976 si aprono nuovi gravi problemi per le popolazioni del Friuli colpite dal terremoto: inizia l’esodo di molta gente verso Grado, Lignano, Bibione e altre parti d’Italia. Anche la Casa della Gioventù della Marcelliana venne resa disponibile per accogliere i terremotati. Per diverso tempo nella parte superiore dell’edificio, debitamente attrezzata per la loro sistemazione, vengono alloggiate una ventina di persone. Fra questi diversi anziani e alcuni bambini in tenera età. I pasti vengono consumati nel refettorio del Convento dei frati.Di fronte alla vastità e alla gravità dell’avvenimento del terremoto del Friuli e dell’imponenza di tutti gli interventi per la ricostruzione che furono messi in atto, può essere ben poca cosa ciò che la nostra parrocchia ha potuto fare in quella dolorosa circostanza. Ma è un segno che fra la gente, nelle parrocchie, non ci si limitò ad osservare (e, purtroppo, molto spesso a criticare) ciò che veniva con grande impegno doverosamente fatto dalle istituzioni, ma si volle partecipare direttamente per portare da cristiani, il proprio  contributo e la propria solidarietà a fratelli che si erano trovati in grave disagio.