La sfida delle identità

Ciò che nelle analisi, fatte all’interno delle comunità cristiane locali, appariva finora come la professione di un ’cristianesimo sociologico’ e poco radicato nella fede, oggi si manifesta in atteggiamenti e scelte sociali in aperto contrasto con le indicazioni della Chiesa e dello stesso Papa Francesco. Il valore di una fede che vede in ogni uomo l’immagine di Dio e testimonia questo credo superando pregiudizi di qualsiasi tipo, compresi quelli del colore della pelle, è girato nel concetto di una fede che deve difendersi dai diversi impedendo loro di convivere nella nostra società e negando loro quelle libertà per le quali ci siamo battuti per noi stessi. Questo in nome di una identità vista come eredità del passato da tenere ferma e priva di contaminazioni. Una identità che si manifesta ’contro’ chi non le appartiene e non è capace di dialogo e di confronto. Una identità ’contro’ non può aspirare ad essere una identità ’cristiana’, almeno così appare essere il messaggio del Vangelo e l’atteggiamento della comunità cristiana dei primi tempi che in questi giorni meditiamo attraverso le letture degli Atti degli Apostoli. Dunque, cosa sta succedendo? Fede e comportamenti perdono coerenza? La fede delle nostre popolazioni, peraltro sempre meno praticanti, è più facciata che sostanza? Le ideologie che solleticano i credenti in direzione opposta agli atteggiamenti che la fede cristiana ispira pongono la vera sfida che la Chiesa deve affrontare oggi.  La stessa Chiesa appare, fin nelle piccole comunità, divisa tra chi accoglie l’insegnamento di Papa Francesco e chi lo vede come un tradimento delle sicure tradizioni del passato. Basta avere orecchi per sentire e occhi per leggere per rendersi conto di una situazione non più sostenibile e che ha bisogno di un profondo impegno per far smettere quello che San Paolo già indicava come un errore: io sono di questo o io sono di quello; no, perchè siamo solo di Cristo. La sfida che ieri ponevano il comunismo ed il fascismo, oggi ritorna sotto altre forme e tende a dividere i credenti, o meglio, quelli che si definiscono credenti.I temi del confronto sono quelli di sempre: come manifestare la salvezza portata da Cristo traducendola nel rispetto della dignità di ogni persona umana, che passa attraverso il diritto alla vita, alla salute, al lavoro, alla libertà di scegliere ed esprimere il proprio credo. Questo per tutti e non solo per una parte o per una ’identità’. Amate il vostro nemico, è l’indicazione di Gesù, capace di perdonare anche chi lo sta uccidendo. La nostra fede viene da lì e proprio questo scatena contro di essa, in tante forme, chi vuole il privilegio di decidere chi può vivere e chi no; chi può essere il mio vicino e chi no; chi è superiore e chi è inferiore; chi è ’sano’ e chi è ’malato’. In Europa ed in Italia stiamo vivendo una grande ’crisi’ dell’identità cristiana, ma come in ogni crisi stiamo vivendo una grande opportunità. Forse la riduzione del cristianesimo ’sociologico’, fatto di gesti esteriori non sempre convinti, si accentuerà e avremo chiese ancora più vuote, ma la scelta di seguire l’insegnamento di Gesù Cristo, pur contrastata dal ’mondo’, ridarà la forza della testimonianza alla quale ogni credente in Cristo è chiamato.Non possiamo più evitare di parlarne, pregando e riflettendo, in profonda sincerità.