La panchina di Cristina

La libertà di stampa e di espressione non vive tempi facili. Le ultime settimane ce lo hanno dimostrato chiaramente da nord a sud in tutta Italia. Parlare di questi diritti non è per nulla scontato anche se sarebbe bene ricordarsi che tutti noi abbiamo anche dei doveri. Se i diritti in questione sono allora sacrosanti, è bene dire che anche esercitare un dovere è fondamentale. Il dovere di cronaca, quello di documentare, di testimoniare sono per esempio direttamente correlati alle libertà sopra citate. Tempi non facili per i giornalisti: cosa fare allora per “non perdere mai la strada maestra”? Provo a dare una risposta: ricordarsi del buon esempio e della buona testimonianza. A Ronchi dei Legionari ne abbiamo avuto una prova. Lo scorso sabato è stata fatta memoria di Cristina Visintini. La giornalista, scomparsa nel mese di agosto, era un punto di riferimento nel territorio Isontino in quanto, oltre a raccontare la sua amata terra nelle cronache del Messaggero Veneto prima e del Primoski Dnevnik poi, ha sempre dedicato gran parte del suo tempo libero a numerose attività di volontariato. Così l’associazione culturale Leali delle Notizie, la Società Filarmonica Giuseppe Verdi, la parrocchia di Maria Madre e il Comune di Ronchi dei Legionari si sono sentiti in dovere di dedicare un’intera giornata ricca di appuntamenti dedicati alla libertà di espressione nella stampa e nella musica. Due grandi amori di Cristina,uno professionale e l’altro frutto di una delle sua passioni più grandi. La giornata è iniziata al mattino con l’inaugurazione di una panchina colorata con le tonalità dell’arcobaleno dedicata alla giornalista ronchese.Il padre Amerigo, il compagno Sergio e il sindaco di Ronchi Livio Vecchiet hanno scoperto assieme questa nuova seduta, donata dalle famiglie Campestrini e Grasso, posta vicino Piazza della Concordia. È stato arricchito un nuovo angolo urbano, un nuovo spazio che ha preso forma ed è così diventato un “luogo di comunità”. Accanto alla panchina è stato posizionato un totem verde che ritrae Cristina e un cuore rosso. Quel cuore pulsante che ricorda una donna gioiosa e piena di iniziative.Nel pomeriggio poi si è tenuta la conferenza “Quando la verità non è libera, la verità non è vera (J.Prévert). La forza dell’articolo 21 della Costituzione Italiana” che infine ha lasciato lo spazio alla presentazione del libro “La più bella. La Costituzione tradita. Gli italiani che resistono” di Alessio Lasta. La Società Filarmonica Giuseppe Verdi ha infine concluso la lunga giornata nella chiesa di Maria Madre con l’esibizione del Coro Misto, di cui faceva parte Cristina, diretto da Salvatore Moretti, e con il concerto della Banda della Società Filarmonica Giuseppe Verdi di Ronchi dei Legionari.L’intera iniziativa ha voluto riportare quindi l’attenzione di tutti sul concetto di verità che va raccontata senza reticenze e senza mezze parole. La libertà di espressione non è qualcosa di astratto, non è solo una “lotta corporativa” ma impegno di tutti. Anche il problema del precariato – che Cristina ha vissuto – può minare la libertà di pensiero così come parità di genere e libertà informativa che non sembrano ancora andare di pari passo. Il ricordo di Cristina ha permesso di rendersi conto che la “formazione continua” non è solo interesse dei giornalisti ma pure dei cittadini che dovrebbero spendersi di più sul territorio per arginare quella sfiducia che ormai la gente ha nei confronti del giornalismo (violenze e offese ne abbiamo viste in abbondanza!).Esercitare una libertà allora vuol dire anche tutelare la rappresentatività; sentendosi liberi dalla “tagliola dell’audience” che cerca di pilotare chi scrive e l’opinione pubblica. Scrivere e parlare “senza zavorre” è un faticoso esercizio che deve però saper diventare la normalità per potere costruire “comunità di pensiero” come spesso ha chiesto anche Papa Francesco.Allora quando rischiamo di dimenticarci di tutto questo, facciamo memoria di questo esempio comunitario. Tiriamo un bel respiro, fermiamoci un attimo e sediamoci sulla “panchina di Cristina”.