La nostra vita colorata di gioia e di speranza

Si è celebrata anche quest’anno, il 21 novembre scorso, la festa della patrona della città, la Madonna della Salute che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli accorsi dalle varie parrocchie cittadine e mandamentali presso il duomo di S.Ambrogio per la tradizionale santa Messa seguita dalla processione per le vie del centro. Assente l’arcivescovo Carlo, in visita alle missioni in Costa d’Avorio, la celebrazione è stata presieduta da don Ignazio Sudoso, assieme ai vari parroci e sacerdoti del decanato. Egli ha ricordato nell’omelia, che la salute non è solo un fatto di benessere del proprio corpo materiale, ma abbraccia tutto il nostro insieme, fatto di pensiero, di spiritualità, di relazioni con l’altro e siamo qui oggi a pregare con devozione la Vergine Maria perchè interceda presso il Signore per la salute integrale di ognuno di noi nel corpo e nello spirito. Ha quindi commentato il brano del vangelo di Giovanni al capitolo 2 riguardante il miracolo di Gesù che a Cana di Galilea durante una festa di nozze, trasforma l’acqua in vino. “Il primo miracolo di Gesù,- egli ha detto – avviene durante una festa perchè tutti desideriamo di vivere dei momenti di gioia e di festa nella nostra vita”. “Spesso però nelle nostre giornate manca il colore e allora ecco il miracolo dell’acqua che si trasforma in vino rosso, per colorare la nostra vita di gioia e di speranza. Maria presente a questo matrimonio, con una intuizione tipica dell’animo femminile, si accorge che manca qualcosa, il vino, che potrebbe trasformare la festa in un momento di tristezza e si affida allora a Gesù dicendo ai servi: Fate quello che vi dirà!”Don Ignazio da questo racconto ha lasciato poi ai fedeli presenti delle indicazioni, delle caratteristiche che ognuno dovrà cercare di vivere a partire dall’atteggiamento di Maria in questo eposodio evangelico e che potranno essere valide anche per ogni comunità parrocchiale e anche civile. L’attenzione verso gli altri, verso chi è nel bisogno; il saper ascoltare, il saper accorgersi, il guardare attorno a noi per cogliere le necessità degli altri. La responsabilità cioè ognuno deve fare la propria parte e giocare i talenti ricevuti ed infine la condivisione nel costruire assieme dei progetti concreti a partire dal quotidiano.Al termine dell’Eucarestia si è snodata per le vie del centro cittadino la processione con la statua della Vergine Maria seguita in atteggiamento di devozione e preghiera da numerose persone con in testa il gonfalone della città, la neo sindaco Anna Maria Cisint, autorità civili e militari e con l’accompagnamento musicale della banda di Monfalcone. La festa della patrona era stata preceduta alcuni giorni prima anche da un incontro di preghiera che aveva l’intento di preparare i fedeli al tema della salute e della consolazione degli afflitti, ma anche sulla misericordia, in occasione della chiusura da parte di Papa Francesco dell’anno Santo straordinario proprio su questo tema,Nella cappella della chiesa della Marcelliana, il “gruppo della consolazione” che abbraccia i ministri straordinari dell’eucarestia e le persone che si dedicano alla visita degli ammalati e persone sole operanti nelle varie parrocchie della città, si sono ritrovati per offrire a tutti, un momento di riflessione, guidato da don Remo e dal diacono Paolo, a partire da alcuni testi del profeta Isaia “Consolate il mio popolo”, dalla seconda lettera di S.Paolo ai Corinti, dal cap. 6 del vangelo di Marco e da una lettera del beato Charles De Foucauld.