La donna chiamata a “Generare Dio”

“Generare Dio”,  uno degli ultimi saggi di Massimo Cacciari è stato al centro dell’incontro svoltosi a Ronchi dei Legionari giovedì scorso, quando, all’interno della rassegna “Incontri d’estate in biblioteca”, chi scrive ha avuto modo di conversare – dinanzi ad un numeroso pubblico, con il filosofo.E’ stata un’esperienza molto forte, gradita dai presenti che hanno dimostrato come ci siano ancora persone assetate di sapere, desiderose di conoscere e di confrontarsi con personalità e tematiche di altissimo spessore culturale.La conversazione è partita, appunto, dall’analisi del saggio di Cacciari, Generare Dio, che ha per protagonista la figura della Vergine affiancata dal suo bambino: un testo che prende spunto da diverse raffigurazioni della Vergine stessa che è stata interpretata partendo dall’annunciazione, per giungere sino alla deposizione di Cristo dalla croce: Simone Martini e Lippo Memmi, Piero della Francesca, Beato Angelico, Giovanni Bellini, Masaccio e Andrea Mantegna di cui, tra l’altro, Cacciari ha scelto la “Madonna con bambino” conservata al Poldi Pezzoli per incorniciare il suo testo, sono alcuni dei nomi che sono emersi nella conversazione di Ronchi dei Legionari, nomi di artisti che hanno interpretato la figura della Vergine oltre alle parole dei Vangeli in un continuo gioco di luce e ombra tipico della cultura occidentale.Una figura importante quella di Maria, come ha sottolineato Cacciari, che ha segnato la cultura occidentale, ma anche, seppur diversamente, quella orientale, passando dalla devozione popolare all’importanza che ha avuto per artisti, musicisti e letterati noti al mondo: solo per citarne alcuni possiamo ricordare Dante, Jacopone da Todi, Rainer Maria Rilke, Florenskij e così via. Personaggi afferenti spesso a due mondi, a due culture che, però, riconoscono la sovranaturalità di questa figura femminile plasmata, nei secoli, dalle parole dei poeti, dei mistici, dei teologi e degli artisti. Proprio da quest’ultimi essi è stata descritta, meglio che a parole, attraverso le icone stesse, che hanno messo in evidenza una donna che, come è stato sottolineato durante la serata a Ronchi dei legionari, ascolta, riflette, medita, sceglie, accoglie…. una donna importante che ha lasciato un segno nella storia e nella cultura di tutti noi.Ciò che colpisce di questo testo, oltre alla capacità osservativa e allo spirito critico che emerge, è l’uso del linguaggio che, parola dopo parola e viaggiando tra il greco, il latino e l’italiano, dipinge i concetti. Un linguaggio chiamato in causa anche durante la conversazione di Ronchi e che viene inteso come atto formativo: stimolato proprio  in relazione a aquesta tematica, approfondita anche nel suo ultimo saggio “La mente inquieta”, Cacciari ha spiegato come ritenga il linguaggio strumento valido e importante per la fondazione di un nuovo umanesimo. Interessante è stata la sua dissertazione proprio sull’importanza dell’operato degli umanisti in merito al recupero dei classici, elementi cardine da cui non si dovrebbe prescindere per andare oltre: studiare, conoscere e fare proprio per migliorare e migliorarsi, per crescere come singolo e come civiltà.Un messaggio forte, importante, a partire da un libro che sembra agilissimo, ma che in realtà si sviluppa con un intreccio di tematiche e riflessioni che spaziano dal teologico al filosofico per aprirsi anche, con semplici legami, alla più stretta realtà. Insomma, una serata ricchissima di spunti, che, come le altre proposte della rassegna Incontri d’estate in biblioteca promossa dall’amministrazione comunale e dalla biblioteca “Pertini”, con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia e della Bcc di Turriaco, mira a coinvolgere anche instillando nel pubblico il desiderio di sapere.