La buona amministrazione di casa propria non interessa più?

Preoccupante calo di partecipazione. In queste settimane sono fortissime le polemiche locali e nazionali sulla rappresentanza democratica alla guida delle istituzioni. La riforma costituzionale, approvata dal Parlamento e sottoposta a referendum, è accusata di diminuire la rappresentatività democratica nel Paese. E mentre di questo si discute, la partecipazione dei cittadini alle elezioni comunali del 23 ottobre vede a Monfalcone e Ronchi dei Legionari proprio l’assenza al voto come protagonista di questa tornata elettorale. Di gran lunga il “partito” che ha maggiori adesioni: tra il 45 e il 49 per cento dei 21.271 aventi diritto al voto. La buona amministrazione di casa propria non interessa più? Sta dando frutti la delegittimazione di una classe politica che, per molti aspetti, non è apparsa all’altezza del proprio compito? E’ una questione che non riguarda solo i nostri Comuni, ma che in questa occasione si è resa evidente con numeri che costringono a pensare: il 23 ottobre a Monfalcone ha votato il 51,39 per cento dei cittadini aventi diritto al voto (nel 2011 aveva votato il 64,18 e nel 2006 il 78,98 per cento); a Ronchi dei Legionari domenica scorsa ha votato il 55,12 per cento dei cittadini aventi diritto ( nel 2001 erano al 65,77 e nel 2006 l’84,06 per cento). In pratica, quasi la metà dei cittadini chiamati ad esprimere il voto per il sindaco del proprio Comune ha scelto di non andare alle urne. Su questo i partiti e la cosiddetta società civile devono riflettere se credono ancora nel valore della rappresentatività democratica, senza scomodare il discorso che nelle grandi democrazie occidentali vanno alle urne meno del 50 per cento dei cittadini. Qui eravamo abituati diversamente, con partiti che avevano un forte radicamento sociale e quindi una grande capacità di recepire problemi e proporre soluzioni aderenti alle richieste dei cittadini. Ognuno secondo le sue caratteritiche, le sue priorità, le proprie visioni del mondo e della società. Tutti però convinti che libertà, democrazia e partecipazione dovevano camminare assieme. Le istituzioni, attraveso i partiti, avevano un legame forte con i cittadini. La perdita delle idealità, la personalizzazione e la spettacolarizzazione della politica, che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, hanno portato ad un aumento di risse, più o meno colorite, e ad uno scadimento del dibattito politico che porta alla disaffezione dei cittadini.Questi percepiscono il mondo politico come lontano dai loro problemi e avvitato su se stesso. Il problema posto da questa tornata elettorale riguarda prima di tutto la credibilità di un modo di amministrare il bene comune, la selezione della classe politica, la sua formazione e la sua capacità di dare prospettive alle attese dei cittadini. Questa è oggi la sfida per tutti coloro che vogliono impegnarsi nella politica e nella pubblica amministrazione. Per quanto riguarda gli esiti della consultazione del  23 ottobre, appartengono ormai alla cronaca già letta sui quotidiani o sui ’social’. A Monfalcone Anna Maria Cisint sfiora l’elezione a sindaco al primo turno con 5256 voti (49,53 per cento) e va al ballottaggio con l’attuale sindaco Silvia Altran  che ha raccolto 3612 voti (34,04 per cento). Cisint, proposta dalla Lega Nord ai partiti di centrodestra, è stata sostenuta al primo turno dalla stessa Lega assieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale, Partito dei pensionati, “La Fenice”, Monfalcone responsabile con i fatti, e la lista Cisint sindaco – Monfalcone sei tu. Silvia Altran è stata appoggiata dal Partito Democratico, La sinistra per Monfalcone, La nostra città e Responsabilmente per Monfalcone. Cisint e Altran sono dunque le due candidate che si confronteranno nel turno di ballottaggio del 6 novembre. A Ronchi dei Legionari, dove si votava a turno unico e quindi senza possibilità di ballottaggio, è stato eletto sindaco Livio Vecchiet collegato alle liste: Lista civica insieme per Ronchi, Cittadini contro la fusione – Ronchi, Amici per Ronchi. Vecchiet ha ottenuto 1906 voti che gli hanno permesso di superare i 1813 voti di Enrico Masarà collegato alle liste del Partito Democratico, Ronchi a Sinistra, Ronchi partecipa. A Ronchi dunque si conosce già il nuovo sindaco mentre a Monfalcone si dovrà attendere l’esito del ballottaggio del 6 novembre.