Il suono delle campane accompagna di nuovo la vita delle comunità

Due campanili della Bisiacaria, proprio per il periodo natalizio, sono tornati a suonare.Un evento che ha rallegrato entrambe le comunità, quella di Staranzano e quella di San Pier d’Isonzo. Perché, si sa, le campane hanno la particolare caratteristica di riuscire a suscitare sia sentimenti mesti che di estrema gioia. Così qualche giorno prima di Natale, esattamente domenica 15, al termine della Santa Messa domenicale, don Paolo Zuttion con don Walter Milocco assieme al sindaco, Riccardo Marchesan, e ad una folla non di poco conto, ha ufficialmente benedetto il rinnovato meccanismo delle campane. Nemmeno conclusa la benedizione, impartita dalla base della torre settecentesca, è iniziato lo scampanio a cura della Squadra degli Scanpanotadori Bisiachi di Fogliano e San Pier d’Isonzo accolto con uno scrosciante applauso. Per un’ora abbondante le campane di Staranzano hanno risuonato a festa dopo mesi di silenzio. Va ricordato, infatti, che nella notte tra il 6 ed il 7 agosto un fulmine aveva colpito la torre campanaria, provocando ingenti danni all’impianto elettrico e il conseguente fermo delle campane.Tra le iniziative da sottolineare, il pranzo comunitario per raccogliere fondi da destinare al campanile e l’idea del campanaro del paese, il professor Fabrizio Nardi, di suonare ugualmente una campana nel giorno dedicato a Tutti i Santi e ai Fedeli Defunti, legando il batacchio e portando la corda fino alla porta d’ingresso della torre. Il concerto staranzanese può vantare la campana media fusa nel 1914 da Francesco Broili mentre la piccola e la grande, requisite durante la Seconda guerra mondiale, sono state rifuse nel 1948 dalla ditta Lucio Broili.A San Pier d’Isonzo, invece, dopo mesi di fermo, i Sacri Bronzi sono tornati a risuonare a pochi giorni dal 25 dicembre. Durante le settimane di silenzio a richiamare la comunità alla preghiera nei tre momenti della giornata, ad annunciare i morti e a eseguire il richiamo per le celebrazioni eucaristiche è stato il piccolo campanello, Emilia, fuso nel 1927 e caduto in disuso negli ultimi anni. Il fermo, va ricordato, era avvenuto dopo il terribile temporale di inizio agosto che aveva bloccato le suonate a varie altre torri del circondario.Dopo il distacco di alcune piccole parti di muratura dagli angoli della stessa, il panico aveva preso il sopravvento sia tra alcuni fedeli che tra diversi amministratori, tanto che un’apposita ordinanza aveva richiesto analisi più approfondite per cercare di capire l’entità dei danni subiti. Mentre a Cassegliano la torre, ripristinata anch’essa qualche settimana fa, aveva perso completamente l’impianto elettrico, le campane, nel campanile della fu Pieve di San Pietro sono state zittite per “evitare il movimento del campanile”. Ma, si sa, una torre campanaria per poter rimanere in piedi ha bisogno del suo naturale movimento oscillatorio. Così, se la prima perizia aveva consigliato un “uso moderato delle campane”, poi messo in pratica con il silenzio totale, una seconda perizia, richiesta proprio da don Lucio Comellato, ha sottolineato come le campane possono tornare a suonare. Così la programmazione è tornata quella di qualche mese fa e a scandire i momenti più importanti della vita della comunità di San Pier sono di nuovo le tanto amate campane di una delle torri più imponenti della terra bisiaca. San Pier d’Isonzo, infatti, possiede il concerto di campane più grande di tutto il mandamento monfalconese con la campana grande che tocca i 1750 chili di peso.