Fusioni: quale dibattito?

La proposta: eleggere un sindaco ed un consiglio comunale per il piccolo ma significativo territorio oggi compreso nei tre Comuni di Monfalcone, Ronchi e Staranzano. Chi è di questo parere parla di migliore organizzazione, territoriale e sociale, e di risparmi, garantendo un miglior sviluppo economico e sociale. Dall’altra parte si teme per una minor democrazia ed una perdita di sicurezza e identità, soprattutto negli attuali comuni di Ronchi e  Staranzano. Prospettive e paure che si confrontano alla ricerca di un adeguato governo del territorio? Non è così. Il primo Comitato per il No, quello di Ronchi ha detto fin dall’inizio che non accetta dialoghi e confronti pubblici. Pare che i comitati cugini, negli altri due Comuni, facciano altrettanto. In compenso sui cosiddetti “social” si rischia spesso l’insulto, l’opposto cioè di un ragionamento.La campagna elettorale in vista del referendum del 19 giugno sta per partire, ma con queste premesse il cittadino capirà quale è la portata della domanda alla quale rispondere con un si o con un no?  Da una parte si guarda con ottimismo nella prospettiva che “Insieme si è più forti” , dall’altra si teme che il comune più grande cancelli l’identità degli altri. Qualcuno dice sempre più spesso che manca uno studio di fattibilità sulla prospettiva di una unica amministrazione comunale per questo territorio. Pur in presenza di diversi studi sul Monfalconese, prodotti anche a livello universitario in questi ultimi dieci anni, è vero che non c’è uno studio specifico sulla fattibilità della proposta oggetto del referendum. La legge regionale prevede un apposito finanziamento per realizzare questo studio ed i consigli comunali potevano chiedere di accedere a questo finanziamento per aiutare la comprensione dei cittadini. Non lo hanno fatto, nemmeno a Ronchi dei Legionari. L’Associazione “Libertà Territorio Solidarietà” ha cercato di offrire alcuni spazi di confronto, ma è rimasto un caso isolato. I democratici per la fusione hanno promosso conferenze, ovviamente in direzione favorevole. Il confronto diretto non c’è. Quindi assisteremo ad un confronto referendario a distanza con il rischio di un accento su sensazioni e paure, spesso alimentate con affermazioni che talvolta non hanno fondamento ma ’fanno colpo’ e ’parlano alla pancia’ o ’al cuore’ a seconda dei punti di vista? Aumentare sensazioni e paure non produce una maggiore democrazia, anzi, nella storia sono state spesso l’inizio della loro negazione. Dialogo aperto e confronto anche duro, difesa di interessi e impostazioni alla luce del sole, rispetto per le persone, hanno prodotto la Costituzione della Repubblica italiana che detta i principi della nostra vita democratica. Perché non accettare questi principi e questo metodo anche per prepararsi a decidere su un argomento che certo non è questione di vita o di morte, ma riguarda pur sempre il nostro modo di organizzarci per tradurre in fatti concreti i valori di cittadinanza: salute, casa, lavoro, istruzione nella libertà e nell’uguaglianza.Allora, prima del referendum del 19 giugno, sentiremo confrontarsi seriamente le opinioni pro o contro la scelta di eleggere un solo sindaco ed un solo consiglio comunale di Monfalcone Ronchi Staranzano?