Capaci di ascolto per camminare insieme

“Camminare insieme” è il significato di quella parola che pian piano incomincia a diffondersi nelle nostre comunità: ’sinodo’. L’avvio a questo cammino è stato dato nella nostra diocesi con l’assemblea dello scorso 13 ottobre e, insieme alle altre diocesi della regione, con la celebrazione di domenica 17 ottobre ad Aquileia. La prima fase, fino alla fine di dicembre, era dedicata alla preghiera, alla formazione e al confronto sul tema della sinodalità. Con molta onestà, guardando a quanto emerge dalle nostre stesse cronache, se questa fase sia stata vissuta comunitariamente è difficile dirlo. Forse le limitazioni della pandemia hanno rallentato anche questo avvio sinodale in diverse comunità o forse le preoccupazioni del periodo stanno portando a vivere anche la propria fede in modo più individuale, mettendo in secondo piano la pur essenziale comunione tra le persone, nelle e tra le comunità. O, forse ancora, qualche comunità si è mossa sul percorso di avvio del sinodo, ma la comunicazione verso la più vasta comunità decanale e diocesana stenta a prendere corpo. Eppure il sinodo ci interpella proprio sulla capacità delle comunità di camminare insieme e non solo tra loro, ma con una forte apertura alle realtà che ci circondano e nelle quali viviamo. L’ascolto è la fase che ci impegna tra gennaio e marzo di questo nuovo anno. Ascoltare presuppone un incontro nel quale qualcuno parla. Possono essere una persona, un gruppo o anche una situazione a mandare a noi credenti un messaggio, dall’interno e dall’esterno del ’nostro mondo’. Dovremmo saperlo leggere, accogliere e trovare il modo per fare sì che quell’ascolto diventi cammino insieme. Il decanato che comprende il basso isontino e che si estende verso il Carso triestino presenta una realtà ecclesiale certamente complessa e  bisognosa di un reciproco ascolto tra le realtà delle Unità pastorali e delle singole parrocchie. Dovrebbe essere il primo passo per poter rendere credibile anche l’ascolto delle varie componenti della società nella quale siamo chiamati a testimoniare l’annuncio cristiano. Di tutta questa realtà è difficile percepire la presenza, la ricerca, la fatica di essere presenti con la testimonianza. Certamente qualcosa lo Spirito muove anche da noi, ma non riusciamo ad andare oltre la lettura della piccola cronaca per arrivare a comunicarci le difficoltà, ma anche le consolazioni, le speranze e le gioie di un cammino insieme tra noi e con gli ’altri’. La lettera pastorale dell’arcivescovo Carlo “e si misero in cammino insieme” ha aperto la strada; rileggiamola, se è il caso, perché ci introduce alla riflessione sui ’dieci temi’ della fase dell’ascolto che dovrebbe impegnare le articolazioni delle nostre comunità fino alla fine di marzo. In questo momento di crescita e di discernimento non facciamoci mancare una comunicazione efficace tra le comunità e verso la società. Se non riusciamo a comunicare, come possiamo sperare di capirci, di capire la società in cui viviamo e nella quale siamo chiamati a dare testimonianza della nostra fede? E’ una sfida, ma non si può lasciare che il clima della pandemia assopisca anche la nostra volontà di rispondere alla chiamata del Signore per ’camminare insieme’.