Benedette le gole nel giorno di S. Biagio

Le comunità di Duino Aurisina hanno partecipato con devozione alla memoria della festa della Purificazione della Beata Vergine Maria, ricordo anche della presentazione di Gesù al Tempio e alla memoria di San Biagio. L’antico uso di portare le candele nella processione che precede la Messa è l’origine del nome della Candelora; il cero è il simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”. Da qui il legame con la memoria di San Biagio e la benedizione delle gole con le candele.Nella chiesa di Sistiana la Santa Messa è stata celebrata solennemente da Mons. Dino De Antoni vescovo emerito di Gorizia, insieme al parroco don Ugo Bastiani, a Padre Renato e a don Mirko. Mons. De Antoni ha ringraziato don Ugo per averlo fatto tornare indietro di un po’ di anni, “tornare qui è sempre bello e fa bene al cuore”, ha osservato. Nella sua omelia ha poi ricordato che San Biagio è molto caro alla tradizione istriana e a tutto il popolo di Dio. L’antica devozione ricorda che il Santo vescovo in Anatolia, vittima della persecuzione cristiana, riuscì a salvare un bambino che aveva ingerito una spina di pesce.Era un taumaturgo e fu molto invocato specialmente nei periodi di povertà quando non era possibile chiamare il medico. Mons. Dino ha osservato che la malattia ci fa vivere una frattura tra il corpo e l’anima; ci mette in una condizione d’insicurezza e di difficoltà “nell’esserci”.La gola e la voce, ha fatto notare, sono importanti per parlare ma sempre in positivo. Nel Vangelo si racconta che Gesù guarisce le persone con il gesto di imporre le mani. Chiediamo a Dio la salute di tutta la persona, corpo e anima. Ecco il gesto di questa benedizione legata alla memoria di San Biagio.Alla fine della messa don Ugo ha rivolto un commosso ringraziamento a Mons. Dino e ai fratelli Padre Renato e don Mirko che insieme a don Giorgio e a don Markusa lo aiutano ad affrontare le difficoltà che sta vivendo.