“Ascoltare per amare” nella “Notte Caritas”

“Ascoltare per amare” è stato il tema della “notte Caritas” 2018 che ha avuto sabato scorso 15 dicembre luogo nella chiesa di Maria Madre della Chiesa a Ronchi dei Legionari ed è stata presieduta dal vescovo Carlo. Un tema che si lega alla iniziativa che la Caritas diocesana ha proposto alle comunità parrocchiali e a quanti, impegnati a vivere la carità, ne colgono le dimensioni nono solo assistenziali ma spirituali e umane. Due le linee  di un unico pensiero: ascoltare, di nuovo, la parabola evangelica secondo Luca che risponde anche alla domanda di sempre  -“chi è il mio prossimo?” – e la riflessione biblica che si svolge alla luce del salmo 34 “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”, quasi a confermare che domanda e risposta si possono anche intercalare, ma tutte e due rendono ancora più reale l’impegno di ascoltare per amare e di amare mettendosi in ascolto.Il tragitto dell’incontro – frequentato da alcuni gruppi di animatori della Caritas e di gruppi delle Caritas parrocchiali delle parrocchie di tutta la diocesi – si è svolto tutto dentro alla capacità ieri di Mosè di accogliere l’invito di Dio a rendersi utile per liberare il suo popolo ed oggi ad approfondire questo “ascolto” delle sofferenze dei poveri e degli ultimi, quelli di oggi come hanno aiutato i presenti le testimonianze di alcune persone dedicate cuore e anima a tale servizio nella Chiesa diocesana.Un ascolto per la liberazione dal bisogno e dalle dipendenze, ma anche un ascolto alla ricerca di costruire e costruirsi una nuova esistenza da uomini liberi; un ascolto che dovrebbe sfociare anche nella individuazione di percorsi di riscatto e di miglioramento di tuta la società. La risposta è sempre ardua, come conferma la testimonianza della Lettera di Giacomo che non lascia spazio al “volgere lo sguardo altrove” ma denuncia la smemoratezza che diventa indifferenza fino a rendere la fede o la religione “vana”.La risposta del quadro evangelico – commentata dall’arcivescovo monsignor Redaelli che ne ha tratto le urgenze- sta proprio tutta nel superare le divisioni di false impurità, nel mostrare “compassione e “nel avere cura”, come sintesi personale e comunitaria, fino ad accogliere l’invito finale “Va e anche tu fa così”. Allora è veramente Natale.