“Viribus unitis”: un mosaico per la sede della Cassa Rurale

“Viribus unitis”: il motto del labaro dei fondatori campeggia in un mosaico all’ingresso della sede di via Visini della Cassa rurale ed artigiana di Lucinico Farra e Capriva, Un’opera realizzata da un lucinichese: Vittorio Zamar, mosaicista per passione, che tessera per tessera ha costruito quella scritta il cui significato, “con le forze unite”, è oggi quanto mai attuale. Un’opera che nella rinnovata sede lucinichese, rimessa completamente a nuovo nel 2016 dopo un importante intervento di ristrutturazione ed adeguamento funzionale, rappresenta un preciso e significativo richiamo alle origini dell’istituto di credito.”Ho dovuto prestare la massima attenzione per lavorare con la tecnica “al rovescio” o “a specchio”. Ci vuole innanzitutto una grande pazienza, ma servono anche abilità e manualità, perché le tessere devono inserite accuratamente e con la giusta pressione”, spiega Zamar, artista autodidatta, che ha imparato i trucchi del mosaico dopo aver avuto in passato un’impresa edile. Un lavoro certosino, iniziato a fine settembre e terminato cinque mesi dopo. Il mosaico è stato inaugurato ufficialmente alla presenza di tanti soci e clienti della Cassa: la cerimonia è stata anche l’occasione per fare un excursus storico, grazie al prezioso e competente aiuto di don Alessio Stasi, mentre il parroco di Lucinico don Valter Milocco ha impartito la benedizione.L’artista ha utilizzato materiali diversi a seconda dei colori e delle parti del disegno. Le tessere sono state ricavate da marmo di Carrara e Fiore di pesca carnico, in centro invece è stata usata pasta vitrea per ottenere la giusta colorazione. E ancora Travertino di Afganistan e Giallo di Siena.I ghirigori laterali hanno richiesto una particolare attenzione, per la definizione di curve e controcurve. Nulla è peraltro casuale nell’opera, non solo per i dettagli curati nei minimi particolari, come si può notare dai polsini delle camice su cui si notano i gemelli.Anche per altri aspetti l’artista ha fatto delle scelte che hanno un significato ben preciso: “I ganci a cui è appeso il mosaico sono presi da “ciarile”, i chiodi lunghi e quadrati che ho trovato nel tetto di una casa demolita. Per apporre la mia firma – ha concluso l’autore – ho invece utilizzato la corona di rame di una granata”.iribus unitis”: il motto del labaro dei fondatori campeggia in un mosaico all’ingresso della sede di via Visini della Cassa rurale ed artigiana di Lucinico Farra e Capriva, Un’opera realizzata da un lucinichese: Vittorio Zamar, mosaicista per passione, che tessera per tessera ha costruito quella scritta il cui significato, “con le forze unite”, è oggi quanto mai attuale. Un’opera che nella rinnovata sede lucinichese, rimessa completamente a nuovo nel 2016 dopo un importante intervento di ristrutturazione ed adeguamento funzionale, rappresenta un preciso e significativo richiamo alle origini dell’istituto di credito.”Ho dovuto prestare la massima attenzione per lavorare con la tecnica “al rovescio” o “a specchio”. Ci vuole innanzitutto una grande pazienza, ma servono anche abilità e manualità, perché le tessere devono inserite accuratamente e con la giusta pressione”, spiega Zamar, artista autodidatta, che ha imparato i trucchi del mosaico dopo aver avuto in passato un’impresa edile. Un lavoro certosino, iniziato a fine settembre e terminato cinque mesi dopo. Il mosaico è stato inaugurato ufficialmente alla presenza di tanti soci e clienti della Cassa: la cerimonia è stata anche l’occasione per fare un excursus storico, grazie al prezioso e competente aiuto di don Alessio Stasi, mentre il parroco di Lucinico don Valter Milocco ha impartito la benedizione.L’artista ha utilizzato materiali diversi a seconda dei colori e delle parti del disegno. Le tessere sono state ricavate da marmo di Carrara e Fiore di pesca carnico, in centro invece è stata usata pasta vitrea per ottenere la giusta colorazione. E ancora Travertino di Afganistan e Giallo di Siena.I ghirigori laterali hanno richiesto una particolare attenzione, per la definizione di curve e controcurve. Nulla è peraltro casuale nell’opera, non solo per i dettagli curati nei minimi particolari, come si può notare dai polsini delle camice su cui si notano i gemelli.Anche per altri aspetti l’artista ha fatto delle scelte che hanno un significato ben preciso: “I ganci a cui è appeso il mosaico sono presi da “ciarile”, i chiodi lunghi e quadrati che ho trovato nel tetto di una casa demolita. Per apporre la mia firma – ha concluso l’autore – ho invece utilizzato la corona di rame di una granata”.iribus unitis”: il motto del labaro dei fondatori campeggia in un mosaico all’ingresso della sede di via Visini della Cassa rurale ed artigiana di Lucinico Farra e Capriva, Un’opera realizzata da un lucinichese: Vittorio Zamar, mosaicista per passione, che tessera per tessera ha costruito quella scritta il cui significato, “con le forze unite”, è oggi quanto mai attuale. Un’opera che nella rinnovata sede lucinichese, rimessa completamente a nuovo nel 2016 dopo un importante intervento di ristrutturazione ed adeguamento funzionale, rappresenta un preciso e significativo richiamo alle origini dell’istituto di credito.”Ho dovuto prestare la massima attenzione per lavorare con la tecnica “al rovescio” o “a specchio”. Ci vuole innanzitutto una grande pazienza, ma servono anche abilità e manualità, perché le tessere devono inserite accuratamente e con la giusta pressione”, spiega Zamar, artista autodidatta, che ha imparato i trucchi del mosaico dopo aver avuto in passato un’impresa edile. Un lavoro certosino, iniziato a fine settembre e terminato cinque mesi dopo. Il mosaico è stato inaugurato ufficialmente alla presenza di tanti soci e clienti della Cassa: la cerimonia è stata anche l’occasione per fare un excursus storico, grazie al prezioso e competente aiuto di don Alessio Stasi, mentre il parroco di Lucinico don Valter Milocco ha impartito la benedizione.L’artista ha utilizzato materiali diversi a seconda dei colori e delle parti del disegno. Le tessere sono state ricavate da marmo di Carrara e Fiore di pesca carnico, in centro invece è stata usata pasta vitrea per ottenere la giusta colorazione. E ancora Travertino di Afganistan e Giallo di Siena.I ghirigori laterali hanno richiesto una particolare attenzione, per la definizione di curve e controcurve. Nulla è peraltro casuale nell’opera, non solo per i dettagli curati nei minimi particolari, come si può notare dai polsini delle camice su cui si notano i gemelli.Anche per altri aspetti l’artista ha fatto delle scelte che hanno un significato ben preciso: “I ganci a cui è appeso il mosaico sono presi da “ciarile”, i chiodi lunghi e quadrati che ho trovato nel tetto di una casa demolita. Per apporre la mia firma – ha concluso l’autore – ho invece utilizzato la corona di rame di una granata”.