Una magnolia per ricordare e dire “grazie”

Ricordo per chi non c’è più e gratitudine per chi ha dato il meglio di sé per gli altri, due sentimenti che si fondono assieme per costruire un domani diverso, perché se è vero che “nulla sarà come prima” tutti si augurano che, anche se ci attendono tempi difficili, tutto potrà migliorare affinchè tutto torni meglio di prima. Questi i sentimenti di tutti i convenuti alla cerimonia pubblica organizzata dal Comune alla presenza del prefetto, del sindaco, della giunta, dei vertici delle forze dell’ordine e dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di volontariato che in questi mesi hanno lavorato per far fronte all’emergenza sanitaria. Non casuale la data scelta, quella del 29 giugno: sono passati infatti quattro mesi esatti da quel 29 febbraio in cui si è registrato il primo caso di contagio da Covid-19 nella nostra regione, proprio nell’Isontino. Le note del sassofonista goriziano Luca Capizzi, che ha interpretato il “Silenzio fuori ordinanza” hanno aperto il momento commemorativo che ha visto subito prendere la parola il sindaco Rodolfo Ziberna. “Il motivo principale che ci porta qui è il ricordo di tutte le vittime del virus, il nemico subdolo che si è presentato alle porte della nostra città proprio quattro mesi fa” da detto Ziberna, ricordando con gratitudine tutti coloro che dal primo momento si sono dati da fare soprattutto in maniera volontaria, per gestire la situazione di emergenza a livello comunale, soprattutto per quanto riguarda il sostegno di coloro che, in situazione di indigenza economica, si sono rivolti al Comune chiedendo aiuto. Il vicepresidente della regione e assessore alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, anche egli intervenuto alla cerimonia, ha ricordato nel dettaglio le prime delicatissime fasi successive a quel primo contagio: già nella settimana successiva, non senza polemiche, si era deciso visto il già preoccupante numero di contagi nelle altre regioni del nord Italia, di chiudere scuole e università: una settimana di parziale stop trascorsa senza contagi, fino a quel sabato pomeriggio dove gli addetti ai lavori hanno dovuto imparare in fretta quelle procedure di cui sentiamo parlare spesso e che sembrano essere divenute quasi normali: isolamento del paziente, ricostruzione dei contatti che ha avuto nei giorni precedenti con conseguenti esami per tutti gli interessati e per gli operatori sanitari che lo avevano soccorso. A seguire, nell’area monumentale del parco ha trovato nuova collocazione una bella e grande magnolia che è andata a sostituire una pianta uguale che ultimamente si era seccata.  A tutti poi è stata impartita la benedizione dall’Arcivescovo mons. Redaelli che nel commemorare le vittime, con un pensiero speciale a p. Aurelio, cappuccino prima vittima goriziana del Coronavirus ha ricordato come questa tragedia abbia stimolato in credenti e non credenti ulteriori domande di senso sulla nostra vita e sul nostro ruolo nella comunità, che si sono tradotte, anche nella nostra città, in iniziative straordinarie di solidarietà silenziosa e quotidiana.