Si torna a volare in aeroporto

Anche i goriziani più distratti non si solo lasciati sfuggire un dettaglio: dall’alba di sabato scorso ultraleggeri e alianti sono tornati a volare sulla nostra città, sapendo di poter atterrare e decollare dall’aeroporto di via Trieste. Un traguardo raggiunto e una medaglia da appuntare sul petto della società consortile “Duca d’Aosta”, che già nella serata di giovedì scorso aveva tenuto a battesimo il primo storico atterraggio della nuova era dello scalo goriziano. Protagonista, ironia del destino, un ultraleggero marchiato Pipistrel di proprietà dell’avioturista parmense Vittorio Dalla Rosa Prati. Sabato la prima giornata di apertura è stata onorata da una decina di velivoli tra ultraleggeri, alianti ed elicotteri. Il più veloce ad approfittare dell’apertura è stato un velivolo arrivato dall’avio superficie di Trivignano Udinese, mentre altri sono stati convocati per onorare la cerimonia di inaugurazione, come l’elicottero di Elifriulia decollato da Ronchi, i tre velivoli della scuola di volo di Portorose e i “Flamingo”, velivoli di punta della produzione marchiata Taf3. E proprio questi saranno destinati ad ampliare già nei prossimi mesi il nucleo del nuovo polo industriale aeronautico, vero fulcro dell’intera operazione che ha portato alla riapertura dell’aeroporto. La Taf 3, dalle iniziali dei tre soci Franc Šalamun, titolare di una clinica oculistica a Kromberk, Tomaž Miletic e il pilota Alexander Spacapan, è una ditta slovena, con sede legale a Kromberk, che ha recentemente rilevato uno dei capannoni industriali di via Enrico Fermi, all’asta in seguito a un fallimento. La ditta si occupa della produzione dei “Flamingo”, velivoli ad alte prestazioni utilizzati anche per il volo acrobatico, le cui componenti in plastica vengono prodotte nella sede di Ahnovo, vicino a Kanal, mentre la componentistica meccanica, principalmente i motori, viene fatta arrivare direttamente dal Belgio. Lo stabilimento goriziano sarebbe quindi riservato alla fase di assemblaggio e test dei velivoli. L’obiettivo è quello di aumentare la produzione fino a 12 velivoli all’anno per dare lavoro a 50 dipendenti. «Gorizia riscopre una parte importantissima delle sue radici, in quella che fu anche la base del 4° Stormo» ha commentato il sindaco di Gorizia, Romoli, «e al tempo stesso è chiamata a guardare con fiducia al suo futuro scoprendo una nuova linfa per il settore manifatturiero». Completata la prima fase, la consortile dovrà occuparsi ora del recupero e della messa in sicurezza delle palazzine. In più, secondo i piani della consortile, troveranno spazio in aeroporto due scuole di volo, una italiana e una slovena, mentre l’hangar Gleiwitz ospiterà il dipartimento didattico con una sezione dedicata all’aeromodellismo e un’area museale dedicata alla storia del volo. Oltre al percorso ginnico e ai servizi per i podisti che la consortile intende ripristinare, in via Trieste è prevista l’apertura di bar, di ristorante e negozi. Alla cerimonia hanno partecipato anche il vice presidente della camera di commercio Venezia Giulia, Madriz, l’assessore regionale Vito, il sindaco di Savogna, Florenin, il prefetto di Gorizia Alberti e il presidente della società “Duca d’Aosta”, Ariano Medeot. «Quattro anni fa, quando mi presentai a Enac per la prima volta, mi sentii dire che ero l’ennesimo presidente dell’ennesimo cda che intendeva assumere la gestione di un aeroporto, operazione che non era ancora mai stata effettuata» ha raccontato Medeot, «per quale motivo avrebbero dovuto credere al nostro progetto? Oggi, la risposta è davanti agli occhi di tutti, per soddisfare l’unica e la sola richiesta che ha sempre guidato l’azione della nostra società, vale a dire riprendere in mano un aeroporto che è impregnato di storia e di valori legati a doppio filo a Gorizia».