Presentato il restauro della pala di Tobia

Domenica 6 dicembre è stata restituita alla città di Gorizia la pala raffigurante “Tobia e l’Arcangelo Raffaele” che si trova nella prima cappella a destra della chiesa di S. Ignazio. L’opera rappresenta una scena descritta nel libro biblico di Tobia. In particolare viene immortalato il momento in cui Tobia, accompagnato dall’arcangelo Raffaele e dal cane, si ferma in riva al fiume per lavarsi i piedi; in quel momento viene avvicinato da un pesce che viene pescato e che servirà a risolvere, con le sue interiora, la condizione di Sara che diventerà la moglie di Tobia, e la cecità del padre Tobi. Si tratta di un’opera databile del 1745, che la cronaca dei gesuiti del tempo definisce essere un ottimo lavoro, “illustris artificis”. Nel tempo la tela è stata più volte ridipinta e  si è fortemente deteriorata, tanto da rendere difficile la sua lettura. Adesso, finalmente, sono stati riportati alla luce i tratti e i colori originari che permettono di apprezzare l’immagine pittorica.L’idea del restauro era stata lanciata il 28 aprile 2019 nel corso dell’esecuzione del “Requiem for the living” di Dan Forrest eseguito dalla corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli in occasione dell’anniversario della fondazione della città.I lavori poi sono iniziati ad ottobre 2019, presso i laboratori di A.Re.Con di Basaldella delle restauratrici Cisilino, Fogar, Olivieri. Il lavoro si è presentato più complesso, più lungo e più oneroso di quanto previsto, tanto da raddoppiare tempi e costi rispetto al preventivo. Il restauro è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Gorizia e alla generosità di molti cittadini, oltre che da un consistente impegno della Parrocchia di S. Ignazio.Nel corso della presentazione dell’opera restaurata, oltre all’ing. Bruno Pascoli rappresentante della Fondazione Carigo, sono intervenute sr. Rosangela Lamanna, che ha presentato in modo sintetico il libro di Tobia e in particolare la scena raccontata dal dipinto, la dott.ssa Maddalena Malni Pascoletti, che ha illustrato le caratteristiche degli altari barocchi con la loro intenzione di offrire come una finestra da cui osservare una scena, e l’equipe delle restauratrici del laboratorio A.Re.Con., che hanno spiegato brevemente le fasi del restauro.Quando le restrizioni saranno più allentate, verrà proposto uno studio più approfondito e un racconto più dettagliato del restauro. Nel frattempo continua la raccolta fondi, che servirà anche per mettere un filtro UV sul finestrone (in modo da ridurre le conseguenze dannose della luce del sole), e per studiare un’illuminazione adeguata.Nel prossimo numero di Voce Isontina ospiteremo un intervento dello storico prof. don Alessio Stasi sulla possibile attribuzione della pala.