“Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese”

“Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono”: le potenti parole del prefazio della preghiera eucaristica della riconciliazione, risuonate nella chiesa di s. Ignazio venerdì 20 marzo scorso bene riassumono lo spirito della celebrazione del precetto pasquale interforze, presieduta da mons. Santo Marcianò, Arcivescovo – Ordinario Militare per l’Italia. Come ogni anno infatti in preparazione al triduo pasquale si sono radunati in s. Ignazio esponenti di ogni ordine e grado delle forze armate e di polizia per prepararsi, assieme ai loro cappellani, alla festa di Pasqua. La presenza del vescovo ha arricchito questo appuntamento in cui si è reso più visibile il rapporto fra il pastore e il suo popolo, ovvero l’ordinario militare e tutti gli uomini e le donne con le stellette. Mons. Marcianò ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica affiancato da don Sigismondo Schiavone, cappellano della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, da don Giuseppe Ganciu, cappellano della Brigata Alpina “Julia” e decano della zona pastorale del Friuli Venezia Giulia e dagli altri cappellani militari in servizio di assistenza spirituale nei diversi reparti di stanza nella nostra regione.   Partendo dalle letture del giorno mons. Santo ha richiamato l’attenzione verso tutte quelle forme di sconvolgimento delle relazioni umane: la vendita di Giuseppe da parte dei fratelli, l’uccisione degli eredi del padrone della vigna (gli episodi descritti nelle letture proclamate) per giungere a tutti i drammi che viviamo oggi nella quotidianità, drammi di cui gli uomini e le donne con le stellette sono spesso eroici testimoni: la mercificazione della vita umana, la tratta di donne e bambini, l’aborto, la prepotenza dell’umano sul creato. In relazione a questa Parola che ci interroga, – ha proseguito il Vescovo –  voi uomini e donne con le stellette siete chiamati ad essere nuovi operai, nuovi custodi di questa vigna di cui il Vangelo oggi ci parla, testimoni di valori più alti di quelli che incentivano lo sconvolgimento delle relazioni umane: siete segno profetico perché i giovani guardando a voi si riconciliano per il Paese. L’Ordinario prima di impartire la benedizione ha augurato a tutti i presenti, credenti e non, di poter recuperare, accompagnati dal servizio prezioso dei cappellani, in questo tempo di preparazione alla pasqua, l’essenzialità della vita e la fede, che poggia prima di tutto sulla nostra umanità: un Dio senza uomo porta all’estremismo e al fondamentalismo, non è questo quello che Gesù ci chiede. Essenzialità che si recupera anche e soprattutto nel dialogo con i fratelli, e a questo proposito ha citato la costruzione nel sud del Libano della prima chiesa di rito latino, lavoro al quale hanno contribuito cattolici, protestanti, ortodossi e musulmani che nei momenti liberi pregavano ognuno secondo la propria tradizione, uniti dal rispetto reciproco: un segno straordinario e tangibile di comunione creato dall’apertura al trascendente. La preziosa presenza di mons. Marcianò, che ha ringraziato di vero cuore tutti i convenuti per il prezioso lavoro a servizio della collettività, corona felicemente l’omaggio che Gorizia ha voluto tributare alle forze armate e di polizia manifestato attraverso la consegna dei riconoscimenti in occasione dei festeggiamenti per i Patroni della città.