“Parliamone” per abbattere le barriere linguistiche

Quando ci si trova a vivere in un Paese diverso dal proprio, una delle cose che mette più in difficoltà il relazionarsi con gli altri e, di conseguenza, complica le normali pratiche quotidiane, è la mancata conoscenza della lingua.In una società globale e multietnica, è importante che tutti abbiano accesso almeno ad una conoscenza base della lingua, se non altro per poter svolgere con maggior dimestichezza appunto le incombenze quotidiane, dal comprare un po’ di pane, allo scambiare qualche parola con i vicini, fino a relazionarsi con i docenti dei propri figli in ambito scolastico.Molte volte sono proprio le donne ad avere più difficoltà ad imparare la nuova lingua “ospitante”, vuoi perché si trovano a trascorrere più tempo in casa, o magari perché – a differenza dei compagni – arrivano nel nostro Paese senza avere ancora un’occupazione. La voglia di imparare, di integrarsi nel territorio e di relazionarsi con la nuova realtà è però tanta. Per rispondere a questa richiesta, la Fondazione “don Giovanni Contavalle”, in partenariato con il CVCS – Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo e l’associazione La Ginestra e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ha lanciato il progetto “Parliamone”, corso di italiano per donne straniere residenti in città.L’esperienza, che si è conclusa a fine maggio, è stata purtroppo fortemente influenzata dal periodo pandemico e dai relativi lockdown, ma nonostante tutte le difficoltà ha saputo rimodularsi e ottenere degli ottimi risultati.Partito nel febbraio 2020 – proprio a ridosso delle successive e inaspettate chiusure – il corso ha visto 27 iscritte che, dopo un primo periodo conoscitivo, sono state divise – con la ripresa in settembre dello stesso anno – in due gruppi: base e avanzato. “Il gruppo base partiva praticamente da zero – ci ha spiegato la coordinatrice del progetto, Giulia Kriznic – mentre l’avanzato era composto da ragazze e donne che precedentemente avevano avuto modo di frequentare dei corsi serali di Italiano presso il locale Centro Provinciale Istruzione Adulti e che puntavano ad ottenere la certificazione di livello A2”.Le provenienze delle iscritte sono molto eterogenee: una forte presenza di donne dai Balcani, Kosovo e Bosnia in particolare, ma anche da Georgia, Siria, Bangladesh, Algeria, Marocco, Nigeria Pakistan e dalla vicina Slovenia. “L’età media poi è molto giovane, 18/20 anni – ha raccontato la coordinatrice -, poche le iscritte sopra i 30 anni; tutte erano in Italia davvero da poco, al massimo da un anno, un anno e mezzo. Abbiamo avuto modo di “raggiungerle”, per far loro sapere della possibilità di partecipare a questo corso, tramite i Centri di Ascolto Caritas sul territorio e attraverso il doposcuola de “La Ginestra”, informando le mamme dei bambini partecipanti alle attività. Una mano ci è stata data anche da don Nicola Ban, che ha fatto “girare la parola” nelle sue parrocchie, e da alcune donne che avevano frequentato dei corsi qui al Contavalle alcuni anni fa e che hanno passato l’informazione ad amiche e conoscenti. È stata creata una bella rete”.Finalità del corso base, non solo dare un’”infarinatura” di grammatica e lessico, ma anche rinforzare la lingua parlata – per avere più facilità in società – e fornire alcune informazioni utili per muoversi sul territorio, per conoscere i servizi, il mondo della scuola frequentato dai propri figli, chiedere un aiuto. Il corso avanzato invece si poneva come obiettivo il rafforzamento del parlato, della scrittura, della lettura e dell’ascolto, le quattro prove previste dai programmi per la certificazione PLIDA – Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri. Entrambi i corsi sono stati tenuti dalla dottoressa Sara Stoico “davvero preparata e disponibile: ha fornito alle corsiste materiali per lo studio e la preparazione all’esame, ha completamente rimodulato il corso per portarlo online e ha usato modalità divertenti, dinamiche e creative per l’apprendimento nel corso base” ha aggiunto la coordinatrice.Inoltre, caratteristica importante e peculiare di “Parliamone”, la possibilità per le iscritte di poter portare con sé i propri figli piccoli, per i quali erano previste – durante l’orario di svolgimento delle lezioni che si sono tenute in presenza – attività con personale educativo dedicato. Un forte aiuto questo, nonché un incentivo a seguire gli appuntamenti senza la preoccupazione di non sapere a chi poter lasciare il proprio piccolo in quell’arco di tempo.”Purtroppo, nello scorso mese di novembre, per attenersi alle restrizioni imposte dalla seconda ondata dell’epidemia, è stato necessario modificare nuovamente l’organizzazione del corso, che è proseguito in modalità online per il solo gruppo di livello avanzato – ha aggiunto Kriznic -. Le ragazze del corso base avevano purtroppo difficoltà a seguire online: chi perché non aveva dimestichezza con il computer, chi invece perché aveva tutti i figli in Didattica a Distanza e quindi impossibilitata a seguire gli appuntamenti perché non poteva usufruire di un dispositivo. Le lezioni sono quindi proseguite per il corso avanzato, dove le signore avevano maggior dimestichezza con gli strumenti multimediali. Essendo poi loro anche in numero ridotto rispetto al corso base, è stato possibile anche “personalizzare” le lezioni, garantendo una preparazione adeguata a sostenere l’esame per l’ottenimento della certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA – Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri – di livello A2. Nell’ultimo periodo abbiamo anche aggiunto delle lezioni, portando gli appuntamenti da una a due volte la settimana: il giovedì un’ora e mezza di lezione, il venerdì un’ulteriore ora, per completare lo studio della grammatica e prepararsi al meglio per l’esame, anche con simulazioni”.Gli esami si sono quindi svolti lo scorso maggio presso la Fondazione “Contavalle”, grazie anche alla disponibilità della Società Dante Alighieri – Comitato di Gorizia, Centro Certificatore per il territorio della ex Provincia di Gorizia e della sua responsabile, Antonia Blasina.”Abbiamo mantenuto i contatti con tutte le iscritte, spiegando loro perché non fosse possibile proseguire in presenza; erano dispiaciute e una cosa che ci ha piacevolmente colpito è come fossero dispiaciuti anche i loro mariti, con i quali spesso mantenevamo i contatti via mail o telefonicamente dal momento che le compagne appunto non conoscevano la Lingua italiana. È stato bello vedere anche il loro supporto alle mogli e compagne in questa iniziativa, alla voglia di “indipendenza”, di incontro, di ritrovarsi e di confrontarsi anche con altre persone – tra tutte loro devo dire c’era un grande supporto reciproco -. Tra le corsiste di livello avanzato, c’era anche poi grande voglia di ottenere un riconoscimento per il percorso svolto. Al momento non è in via d’organizzazione un altro progetto, ma i contatti con le corsiste appunto rimangono e continuano anche i contatti con altre realtà del territorio che si occupano di Formazione degli Adulti”.