Nuova Azienda sanitaria: possibilità di miglioramento ed accrescimento

L’Azienda, che è partita operativamente il 1 gennaio 2015, sorge dalla fusione di due Aziende Sanitarie distinte: “la fase di fusione è avvenuta con delle operazioni che possiamo definire di backoffice – ha illustrato Pilati – e senza grossi scossoni. In questi giorni si sta provvedendo a riorganizzare la tecnostruttura; con due aziende si avevano tutti servizi doppi, pertanto in questo primo mese di attività si è provveduto a individuare, in maniera provvisoria, una responsabilità amministrativa per quelle sezioni che risultavano doppie. Al momento abbiamo già stabilito 11 direttori e, a breve, ultimeremo gli ultimi dipartimenti”.Come sottolineato dal direttore generale, questa sistemazione è ancora provvisoria, in attesa che la Regione Friuli Venezia Giulia emani le direttive definitive, che coinvolgeranno anche la riorganizzazione dei servizi assistenziali e ospedalieri.”Tutti i servizi di base attuali rimarranno a Gorizia e Monfalcone anche in seguito alla riforma – ha desiderato chiarire il Pilati -: non venendo riconvertita come Azienda Sanitaria, le modifiche strutturali non saranno rilevanti. Ci sarà però una riorganizzazione, per riuscire a recuperare risorse da investire sul territorio, dal momento che le risorse economiche a disposizione sono molto limitate. Al momento è in atto un’analisi tecnica per comprendere come dare una miglior resa tecnica e professionale, basandoci su dati empirici e risultati per estendere le buone prassi a tutta l’Azienda”. Pertanto, i servizi di base e di emergenza già esistenti rimarranno ma, per le pratiche specialistiche programmate, l’utente verrà indirizzato presso l’ospedale specializzato per quella particolare patologia (un esempio citato dal direttore generale, la Chirurgia ortopedica oncologica), perché la sicurezza del paziente è legata a sedi che hanno caratteristiche specifiche e tecnologie adeguate. Per la gestione delle specialità attualmente “doppie” tra Gorizia e Monfalcone, si attenderanno le linee guida regionaliPer quanto riguarda infine la problematica legata alle nascite a Gorizia, Pilati ha confermato che la programmazione regionale prevede due Punti Nascita per la nuova Azienda Sanitaria Bassa Friulana – Isontina: uno a Monfalcone e l’altro sotto monitoraggio per decidere se collocarlo a Palmanova o Latisana. Per la Casa del Parto e le collaborazioni sanitarie transfrontaliere, i contatti proseguono, supportati anche da Informest e dal Gect. “Ci sono 10 milioni di euro potenziali – ha commentato il dottor Poggiana -, 5 per la sanità e 5 per le infrastrutture sul territorio, come risorse finanziarie dalla Comunità Europea; la Casa del Parto e il Centro di Salute Mentale potrebbero confluire in questo progetto”.