Mobbing: in crescita le richieste di aiuto

Sono ben 76 le persone che, nel corso del 2021, si sono rivolte al Punto d’Ascolto Antimobbing del Comune di Gorizia, 12 in più rispetto all’anno precedente.Numeri importanti se si considera che il servizio è operativo soltanto dal 2018, certamente influenzati anche dalla pandemia, che ha scosso e sbilanciato fortemente i rapporti e gli equilibri lavorativi in moltissime realtà, tanto pubbliche, quanto private.”Il Covid ha peggiorato la vita lavorativa di tanti – ha commentato l’avvocato Teresa Dennetta del Punto d’Ascolto Antimobbing -, sia dal punto di vista strutturale che da quello delle vessazioni, perché sono venuti a saltare tutti gli schemi che normalmente regolano le attività. In quest’anno la conoscenza del Punto d’Ascolto è cresciuta anche grazie alla rete ampia messa in atto: sono sempre più infatti i medici di base che indirizzano le persone che presentano difficoltà legate al lavoro al nostro servizio, così come i sindacati, la consigliera di parità… Personalmente incoraggio alla rete e alla collaborazione con tutti quegli ambienti in cui le persone possono esprimere il proprio disagio e presentare una richiesta di aiuto. Gli operatori del Punto d’Ascolto forniscono un forte supporto per consentire a chi si sente oggetto di abusi di sviluppare strumenti, anche comportamentali, in grado di aiutarlo ad affrontare le situazioni più critiche. Scopo del servizio infatti è intervenire prima che la situazione diventi insostenibile, evitando così l’esodo del lavoratore”.Guardando ai dati del 2021, il 67% delle persone che si sono rivolte allo Sportello sono donne, il restante 33% uomini – dato questo in crescita rispetto al passato -. La fascia d’età che maggiormente ha chiesto aiuto è quella che va dai 50 anni in su, con il 41% delle richieste, seguita da quella 41 – 50 anni con il 27% dei casi, i 31 – 40 con il 20% delle richieste e la fascia dei più giovani, dai 20 ai 30 anni, con 12%.Tra i profili lavorativi, quello che conta il maggior numero di denunce per mobbing è quello a tempo indeterminato, con l’88% delle segnalazioni, “forse perché è il più oneroso – ha ipotizzato Dennetta – ; tra i contratti di apprendistato e tirocini abbiamo inoltre registrato anche dei casi di molestie sessuali, la più colpita è la fascia dei 30 – 35enni, fenomeno questo nuovo per il nostro servizio”.Come sottolineato dall’avvocato Dennetta, il 2021 ha segnato anche il superamento del pubblico sul privato, fattore anche questo molto probabilmente dovuto alla pandemia.Le principali cause di disagio manifestate dai lavoratori hanno riguardato mutamenti aziendali, richieste non esaudibili anche a causa di una mancata assegnazione di strumenti di lavoro, richieste e permessi negati; ancora marginalizzazione lavorativa, collocazione in isolamento, attribuzione di compiti dequalificanti.Il “mobber” solitamente è maschio, in una posizione lavorativa in genere superiore rispetto a chi subisce il mobbing (nel 61% dei casi presentati allo sportello); a volte mobber sono colleghi parigrado, il 19% dei casi pervenuti, che in alcuni casi anche si coalizzano contro un’altra persona.Il servizio di Punto d’Ascolto Antimobbing – che non si è mai arrestato nemmeno durante i lockdown ma ha proseguito con un’assistenza telefonica – è completamente gratuito ed è messo in atto dal Comune di Gorizia e dall’associazione di volontariato SOS Abusi Psicologici, in convenzione con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. La sua sede si trova al Centro Lenassi, in via Vittorio Veneto 7, ed è operativo il martedì dalle 12 alle 17, il giovedì dalle 9 alle 17, il venerdì dalle 12 alle 17. È possibile accedere anche telefonicamente, contattando lo 0481 383515, o ancora scrivendo direttamente all’indirizzo email antimobbing.gorizia@gmail.com. Informazioni sono disponibili anche sul sito www.antimobbinggo.it.Il servizio si avvale di un team di professionisti composto da un avvocato, un medico del lavoro, uno psicologo e un operatore allo sportello.