Migrazioni: oltre i pregiudizi e i luoghi comuni

Dopo il saluto e la sottolineatura dei perchè dell’incontro da parte del Presidente dell’Associazione LTS, Franco Brussa, hanno preso la parola i tre relatori della serata che, nell’ordine, sono stati Gianfranco Schiavone, esperto sui temi del diritto d’asilo nonchè consulente della Regione FVG; Daniele Del Bianco, Direttore dell’ISIG di Gorizia, che recentemente ha realizzato un indagine pilota dal titolo “I barconi dei Balcani” e don Pierluigi Di Piazza, fondatore e Presidente, del Centro di accoglienza per immigrati, profughi, e rifugiati politici, intitolato a padre Balducci.Questi, incalzati dalle domande che il giornalista de Il Piccolo, Giovanni Tomasin ha posto loro, hanno affermato all’unisono, supportati da dati e precisi riferimenti normativi evidenziati in apposite slides, che non c’è alcuna emergenza profughi a Gorizia, dato che tra richiedenti asilo e profughi, presenti in città, non si raggiunge nemmeno l’1% della popolazione residente, rispetto ad altre zone dell’Italia, dove si raggingono anche percentuali che sfiorano il 7%.Vero è, semmai che, causa il fatto che non tutte le autorità ed istituzioni, che per legge, sarebbero chiamate a risolvere il problema, dando loro un ricovero idoneo ed un assistenza dignitosa, stanno facendo fino in fondo il loro dovere, molti di questi profughi, sono costretti a vivere in strada, nei giardini pubblici, o peggio in riva al fiume Isonzo, con tutte le problematiche conseguenti, dando così l’impressione che la città sia invasa.Smentito poi, in particolare dai dati emersi dallo studio dell’Isig, che questi immigrati vengano in Italia e a Gorizia per piacere e per scelta. Vi arrivano scappando da guerre, carestie e lotte tribali e religiose ed ognuno di loro (sono tutti maschi ) ha alle spalle le rispettive famiglie che fanno enormi sacrifici economici per assicurare loro i soldi per il viaggio, nella speranza che almeno loro, possano sfuggire alle violenze e alla morte. La meta finale poi, sarebbe, nella quasi totalità di questi profughi, il Nord Europa, ma causa passeur senza scrupoli e leggi non sempre adeguate e applicate negli Stati di passaggio, essi sono spesso costretti a viaggi che possono durare anni e, alla fine, a raggiungere la meta agognata, rischia di essere solo una minima parte di loro.Questo incontro, ha poi avuto, il mattino seguente, presso l’Istituto statale “Dante Alighieri”  di Gorizia, un secondo, interessante momento.Infatti, sempre su iniziativa dell’Associazione LTS, d’intesa con il corpo insegnante del locale Liceo Classico, alla presenza di tutte le classi di quella scuola, c’è stata la proiezione del film/documento “Io sto con la sposa”, che racconta in presa diretta, la storia realmente accaduta, di cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra che, per evitare di essere arrestati come contrabbandieri, aiutati da amici italiani e siriani, mettono in scena un finto matrimonio, che permetterà loro di proseguire nel  viaggio clandestino da Milano a Stoccolma.Alla proiezione del film è seguita poi l’illustrazione, da parte delle ricercatrici dell’ISIG Ramona Velea e Olivia Ferrari, dei contenuti della loro ricerca sui richiedenti asilo presenti a Gorizia e l’intervento di don Paolo Zuttion, direttore della Caritas Diocesana che, tra l’altro, ha voluto sottolineare il lavoro fin qui svolto dalla Caritas, oltre al meritorio impegno di tanti volontari e di qualche Comune isontino, sul tema profughi e richiedenti asilo, il che, ha affermato, ha permesso di compensare, in più di qualche occasione, le carenze delle istituzioni.Si è quindi aperto un interessante dibattito con gli studenti che, non si sono limitati a porre tutta una serie di domande alle due ricercatrici e a don Zuttion, ma hanno anche espresso, chi in un senzo, chi nell’altro, la loro visione del problema. La mattinata si è conclusa con la telefonata di Tasnnem Fared, la protagonista del film, che si è congratulata per l’iniziativa e che ha promesso di essere presto a Gorizia.