La vita non è sconfitta dalla morte ma vince!

Presieduti dall’arcivescovo Carlo si sono svolti giovedì scorso sul campo sportivo di Straccis i funerali di Stefano Borghes il ragazzino morto due settimane or sono dopo essere precipitato in un pozzo nel parco Coronini. Un migliaio le persone che hanno voluto stringersi alla famiglia in questa occasione: a fare ala al suo feretro sono stati i ragazzi che con Stefano hanno condiviso l’esperienza del Centro estivo ma anche i suoi compagni della scuola e della formazione calcistica dell’Azzurra.Nell’omelia don Stefano Goina, parroco dell’Unità pastorale del Sacro Cuore e San Giusto, ha sottolineato che “ci saranno tante verità, intorno a Stefano e alla sua morte: quella giudiziaria, che deve fare il suo corso, ma non è certo quella definitiva; quelle di chi lo conosceva, come tanti punti di vista, tanti ricordi, esperienze fatte insieme, notizie raccolte qua e là, ma che non dicono tutto e non potranno mai dir tutto su Stefano, che aveva davanti tantissime possibilità da esplorare e tante strade da poter percorrere: la musica, lo sport, lo studio…”Facendo quindi riferimento al brano del Vangelo proposto durante la liturgia, don Stefano ha ricordato che “la vita non è sconfitta dalla morte, ma vince, trionfa. E ciò che è accaduto a Gesù – la sua risurrezione – vale anche per ciascuno di noi: per questo va a dirlo a tutti! Quello che porta alla fede nella risurrezione non è un cammino facile. Lo testimoniano i vangeli quando parlano della difficoltà di credere alle donne che lo annunciano ma anche i discepoli di Emmaus, gli stessi apostoli a cui Cristo aveva parlato della risurrezione… di fronte alla morte in croce di Gesù si erano dispersi, persa la loro fede nel Messia, tornati alle vecchie vite di sempre, fino alle apparizioni del Risorto e all’evento poderoso della Pentecoste”.”Anche per noi – ha proseguito – non è facile oggi accettare che Stefano è vivo in Cristo. La vita eterna per noi è qualcosa da rimandare, da spostare il più lontano possibile. E invece oggi siamo qui, con Stefano e per lui, a fare i conti con questa realtà: che la vita terrena passa, svanisce anche improvvisamente… ma la vita vera, piena, in Dio, rimane per l’eternità. E non si tratta solo di un sentimento, di un ricordo, che nel caso di Stefano può essere anche bello e divertente. Si tratta di una verità testimoniata dal nostro cercare di fare il bene, consapevoli che il bene, l’amore, durano in eterno, sono la chiave per entrare nella vita eterna, piena, già qui, già ora.”Vogliamo onorare la memoria di Stefano? – ha concluso don Goina –  Cerchiamo di vivere nell’amore tra di noi, e scopriremo il segreto dell’eternità: non è uno slogan, ma una verità che ha bisogno di tempo, pazienza e costanza per essere compresa. Aiutiamoci vicendevolmente a percorrere questa strada”.