Isonzo inquinato: preoccupa lo stato di salute del fiume

Due nomi ma un unico, bellissimo fiume: si tratta dell’Isonzo (So?a in sloveno), il nostro amato corso fluviale, che caratterizza un territorio unico nel suo genere.Anche in vista dei progetti di riqualificazione di alcune sue aree – vedi i progetti che intendono realizzare delle “spiagge” nel goriziano -, è quanto mai importante monitorarne la qualità delle acque.In questo è impegnata la “Goletta dei Laghi”, progetto di Legambiente in collaborazione con CONOU – Consorzio nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli minerali usati e Novamont, per il monitoraggio microbiologico delle acque. Accanto a loro anche l’associazione “Salviamo l’Isonzo”.Da 14 anni la “Goletta dei Laghi” rileva le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti. È il primo anno di analisi su acque fluviali per la “Goletta”, che ha scelto proprio l’Isonzo per iniziare questo percorso d’indagine.Guardando al nostro bel fiume purtroppo, al termine delle verifiche, su sei punti analizzati tanto sul tratto sloveno, quanto su quello italiano, tre sono risultati fortemente inquinati. Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico.Per quanto concerne le analisi microbiologiche, i tre punti risultati “fortemente inquinati” sono quello a Villesse – situato a valle del depuratore di Gradisca d’Isonzo -, a Savogna d’Isonzo – in prossimità del depuratore di Gorizia -, e quello nel punto in cui il torrente Groina si immette nell’Isonzo. Sono risultati essere entro i limiti invece gli altri tre punti: sempre a Savogna d’Isonzo ma sul Vipacco, a Deskle – sul ponte del centro abitato -, e a Salcano, a monte della diga.”Dovrebbero partire a breve i lavori per il depuratore provinciale, grazie al quale verrebbero eliminati gli scarichi diretti degli attuali depuratori nel fiume Isonzo e, allo stesso tempo, l’efficienza di depurazione verrebbe migliorata – ha sottolineato Luca Cadez, presidente di Legambiente Gorizia -. Restano però punti critici come il torrente Groina, dove vi sono scarichi diretti e dove, in prossimità della confluenza con l’Isonzo, c’è una notevole frequentazione di bagnanti nel periodo estivo, con potenziali rischi per la salute”.Gli studi effettuati in questi anni dalla “Goletta” confermano come la matrice principale delle plastiche in acqua sia la cattiva gestione dei rifiuti urbani, decretando la presenza di microparticelle in tutti i bacini monitorati.Dopo la tappa che ha monitorato le acque dell’Isonzo, la “Goletta” si dirigerà verso i laghi Trasimeno e Piediluco, in Umbria, per la sesta tappa della campagna.