Il ricordo del dolore: commemorazione di Concordia et Pax alla foiba di Cvetrež

Una delegazione si recata sulla foiba Cvetrež, su una vicina foiba minore, sulla grande foiba Podgomila ed infine al lapidario dei caduti sloveni nella lotta di liberazione, sostando in preghiera e deponendo un omaggio floreale.La foiba Cvetrež, come le principali altre località trovate sul territorio della Slovenia, è un sito onorato dalla popolazione e dalle autorità slovene fin dall’inizio degli anni ’90 con la recintazione e con la erezione di una croce. Sul fondo delle foibe, posto ad un centinaio di metri dall’imboccatura, gli speleologi e patologi sloveni hanno accertato la presenza di resti umani risalenti al maggio giugno 1945 e stimato in un centinaio i corpi degli uccisi. Fiori e preghiere in italiano e sloveno sono state offerte anche nella vicina cavità dove giacciono i resti di una quindicina di persone italiane uccise sempre nel maggio giugno del 1945. Successivamente il gesto si è ripetuto al grande lapidario di Tarnova-Trnovo, che in modo sobrio e raccolto, in una cornice naturale splendida, riporta i nomi dei caduti sloveni nella lotta di liberazione. Al pomeriggio l’omaggio floreale è stato portato alla grande foiba di Podgomila, la più grande, assieme a quella di Montenero, sia come cavità sia per il numero impressionante di resti trovati dalle commissioni slovene al loro interno. Le cavità accertate dalle autorità slovene sono oltre 600 ed il numero accertato supera le 93.000 persone.Questo il testo delle preghiere recitate: “Signore, siamo qui a compiere il gesto che madri e padri, genitori, figli e parenti, avrebbero sempre da compiere: portare fiori ed una preghiera sul luogo della morte e della sepoltura dei loro cari. – Lo facciamo idealmente a nome di tutti, senza distinzione: quelli di ieri e di oggi, in ogni parte della terra, perchè purtroppo vendette, omicidi e tradimenti, sopraffazioni e migrazioni, accompagnano l’umanità e si rinnovano anche oggi contro i poveri, le vittime di ogni tempo. Onorare i morti di questo e di altri luoghi, significa immedesimarsi in queste contraddizioni e soprattutto nei dolori e sofferenze che vogliamo condividere nel tuo figlio, il Signore Gesù Cristo, sulla croce.””Una preghiera eleviamo perchè la vita trionfi e soprattutto perchè il sacrificio di chi è morto trovino senso e pace, e anche noi abbiamo il coraggio di credere nell’uomo e nella sua capacità di mettersi al servizio degli ultimi per rispondere alla vocazione che la fede ci affida: quella di essere costruttori e testimoni della speranza e della pace”. La recita del Padre Nostro nelle due lingue ha concluso gli incontri in una ideale unione di quanti hanno portato il peso delle sofferenze subite allora da tutte le popolazioni.