“Grande Tagliamento”: coinvolti 150 appalti

Associazione a delinquere, turbativa d’asta, inadempimenti e frodi nelle pubbliche forniture, subappalti in violazione di legge e concussione. Questi i principali reati riscontrati in una maxi operazione del Comando provinciale di Gorizia della Guardia di Finanza.L’operazione “Grande Tagliamento” ha preso il via dalla cittadina isontina, interessata da controlli delle Fiamme Gialle su un appalto – quello riguardante i lavori in corso Italia – che risultava anomalo. Da qui le indagini hanno iniziato ad allargarsi a macchia d’olio, interessando diverse opere non solo del territorio regionale, ma mettendo in luce collusioni che varcavano i confini locali e che erano ormai un vero e proprio sistema lungo tutto il Paese. Le indagini hanno quindi fatto emergere un intreccio di appalti e subappalti che ha coinvolto illegalmente circa 150 procedimenti di aggiudicazione di opere pubbliche tra il 2015 e il 2018, per un valore di oltre un miliardo di euro. Le procedure di affidamento oggetto di indagine hanno interessato la manutenzione e costruzione di strade, autostrade, ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi e gallerie, ma anche piste aeroportuali, opere fluviali, acquedotti e gasdotti e molto altro ancora.”Ci siamo trovati di fronte ad un’indagine estesissima – ha commentato il generale di divisione Giuseppe Bottillo, comandante della Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia -, una vera e propria metastasi osservata in diretta, quasi una tac del sistema degli appalti”.Nella ricostruzione delle procedure di affidamento sono stati verificati accordi tra imprese e la seguente spartizione degli appalti: con accordi collusivi e la turbativa d’asta, quella che può essere definita una “cupola” faceva in modo che, ad aggiudicarsi i lavori, fosse questa o quella impresa della cordata, aggiudicandosi l’appalto alle condizioni più favorevoli e andando a violare il principio di libera concorrenza. Oltre a ciò, numerose sono state le violazioni sulla costituzione di associazioni temporanee d’impresa, meramente cartacee, nonché si è riscontrato il superamento del 30% nei contratti di subappalto e la falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali.”Ciò che fa poi ancor più indignare – ha aggiunto Bottillo – sono tutta una serie di danni al cittadino, che paga in termini di disastri ambientali, pedaggi, incolumità e salute”. Infatti, pur non essendoci nessun pericolo riguardante la sicurezza, i cantieri coinvolti nelle indagini hanno messo in luce tutta una serie di frodi ambientali, smaltimenti illeciti di rifiuti, utilizzo di materiali non certificati e difformi dal dichiarato e usati in quantitativo inferiore.Le indagini – ancora in corso – hanno visto impegnati negli scorsi giorni 400 finanzieri su tutto il territorio nazionale per acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Gorizia nelle sedi amministrative di 120 società e i domicili di 220 persone. Nella lunga lista delle stazioni appaltanti interessate dalle acquisizioni spiccano Autovie Venete s.p.a., il Commissario delegato per l’emergenza della mobilità in A4, Aeroporto FVG, Consorzio per lo Sviluppo economico del monfalconese. Fuori regione sono stati passati al setaccio anche alcuni appalti relativi ad aree interessate dal terremoto del 2016 nel centro Italia.