Aurelio, frate ed amico

Sono ormai trascorsi tre mesi dalla nascita al Cielo di Fra Aurelio Blasotti. La Fraternità dei Frati Cappuccini di Gorizia desidera ricordare il suo passaggio sabato 18 luglio durante la celebrazione eucaristica delle 18.30. Concelebreranno l’Arcivescovo Monsignor Redaelli e Fra Tadiello Ministro Provinciale della Provincia Veneta dei Frati Minori Cappuccini di Santa Croce e altri celebranti. Anche in ragione dei funerali avvenuti in forma strettamente privata a causa delle restrizioni vigenti al momento del commiato, la celebrazione vuol essere un doveroso momento suffragio e di ringraziamento al Padre per il dono della vita di Fra Aurelio.Padre Aurelio Blasotti ci ha lasciati nella mattinata del sabato della Festa della Misericordia, il 18 aprile. Due giorni prima la notizia dell’uscita dalla terapia intensiva ci aveva donato la speranza di riaverlo presto tra noi, nel confessionale della chiesa dei Cappuccini a Gorizia, pronto ad accogliere chiunque con il suo sorriso dolce e gli occhi allegri come a dire: sono felice che tu sia qui con me, puoi aprire il tuo cuore! Negli anni, con semplicità, Aurelio mi ha narrato piccole porzioni della sua vita ed ora mi rendo conto di essere anch’io depositaria di questa storia che ha il sapore dei tempi andati, ma anche la freschezza della verità. Aurelio nasce a Gemona il 17 giugno 1948, nella frazione di Campo Lessi, da papà Lorenzo e mamma Maria. A causa dell’estrema povertà e della malattia del padre, lascia presto la famiglia per essere accolto nel preventorio di Carraria, frazione di Cividale, ai piedi della salita per il santuario di Castelmonte. Qui frequenta le elementari, riceve prima comunione e Cresima. Il seme della vocazione cappuccina è deposto in quegli anni, con la frequentazione del Santuario e l’incontro con i frati. Ad allora risale anche la nascita di una devozione mariana di rara profondità e bellezza che si rafforzerà negli anni. Al rientro a Gemona sentirà presto il richiamo del seminario minore di Thiene, dove viene accolto nel 1959. Qui frequenta le medie, poi nel 1964 inizia il noviziato a Bassano, con il nome di frate Anselmo da Campo Lessi di Gemona arrivando alla professione temporanea nel 1965. Sono gli anni agitati ed entusiasmanti del Concilio Vaticano secondo, dopo i quali si chiude inevitabilmente un’era per gli ordini religiosi e se ne apre una nuova. Ho sentito più volte Aurelio definirsi un frate a cavallo di due mondi, ed è vero: questa esperienza lo ha reso più saggio e curioso, capace di dialogare con tutti, giovani ed anziani, ma anche di aprirsi al nuovo. Dopo gli studi a Venezia arriva alla professione solenne nel 1971 a Castelmonte, e nel 1973 il Sacerdozio a Campo Lessi apre per lui la grande stagione dell’apostolato a tutto campo: gioioso direttore del seminario serafico, studente e predicatore.Nel maggio 1976 si trova a Udine dove vive la tragedia del terremoto, che ha l’epicentro proprio a Gemona, suo paese natale. Ricordo ancora il suo racconto della corsa con ogni mezzo verso il centro della tragedia, come in una via dolorosa, occasione di incontro con familiari, uomini, donne in fuga e sotto shock, operatori dei soccorsi e tristi convogli di ritorno dalle macerie. Aurelio tutto accoglie e trasforma in bene, partecipando alla ricostruzione, coordinando i gruppi della Gioventù Francescana che da tutta Italia accorrono per essere d’aiuto. Negli anni successivi termina gli studi a Roma, ottenendo nel 1980 la Licenza in teologia morale presso l’Alfonsiana. Nel frattempo, è cooperatore nella parrocchia “S. Fedele” nel quartiere Pietralata. Anche in questo ambiente Aurelio è vicino alla gente, che ricambia il suo affetto. Svolge anche il servizio di assistente egli Scout.Nel settembre 1980 viene destinato alla “sua” Castelmonte, iniziando un lungo periodo di 19 anni di permanenza. Per 14 anni è direttore del Bollettino, sul quale scriverà articoli per oltre 30 anni; 9 anni sarà impegnato come vicario, 3 come guardiano e rettore. Inizia anche la sua opera di predicatore di ritiri, tridui, missioni popolari, tra i frati e per le religiose, sempre con un occhio di riguardo per il suo Friuli. Diviene giornalista a tutti gli effetti: curerà per anni anche la rubrica della posta sul Portavoce di San Leopoldo. Nel 1999 è ad Asolo guardiano del convento: qui assume anche il servizio di assistente della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare; da allora la sua vita si intreccia con quelle dei laici francescani. Nel 2015 gli viene affidato l’avvio di una seconda causa di beatificazione, quella del p. Arcangelo da Rivai, vissuto per molti anni a Castelmonte, che egli ha avuto modo di conoscere e stimare fin da bambino.Dopo una breve ma impegnativa parentesi a Pordenone, fra Aurelio arriva a Gorizia nel 2005, dove sarà vicario per più trienni nella fraternità fratesca, confessore molto ricercato, e anche Assistente della locale Fraternità OFS “ven. Concetta Bertoli”, nonché Assistente regionale OFS. Questo incarico lo porta ad avere contatti frequenti con i laici francescani di tutto il Friuli-Venezia Giulia; formazione, ascolto, vicinanza sono i doni che con il sorriso e la fermezza ha elargito a piene mani. Al servizio sul campo a favore dell’OFS si affianca anche quello di vice-postulatore della causa di beatificazione della venerabile Concetta Bertoli, francescana secolare di Mereto di Tomba, e più tardi anche di quella del frate Arcangelo da Rivai. L’impegno nella causa di Concetta lo vede promotore di eventi particolarmente creativi, e il legame spirituale con la venerabile lo porta a scriverne una appassionata biografia nel 2008 intitolata “Crocifissa per amore” (Ed. Messaggero). Sente molta affinità con questa donna friulana, dai natali poverissimi, fin da giovane costretta a letto da una malattia che la porterà pèrogressivamente alla paralisi totale e infine alla morte. Negli anni trascorsi a Gorizia la salute di Aurelio si compromette ed egli trova proprio in Concetta una compagna di viaggio portatrice di un messaggio potente capace di dare senso alla sofferenza fisica. Fino ai suoi ultimi giorni il pensiero e le energie di Aurelio saranno dedicati alla causa di Concetta. Il 23 marzo la salute cagionevole lascia scoperta una breccia all’aggressione del Covid-19, per cui viene ricoverato d’urgenza in terapia intensiva a Gorizia. Dopo due settimane di situazione grave, sembra che il peggio sia passato e viene trasferito al reparto di terapia semi-intensiva di Palmanova, ma i progetti del Padre su di lui sono altri. Aurelio vive appieno la Pasqua del Signore sabato mattina. La salma è stata inumata, come da suo desiderio, nel piccolo cimitero accanto al Santuario di CastelmonteMi sia consentito un ricordo personale di quest’uomo buono e gentile, con il quale per anni ho condiviso,oltre a chilometri di strada, gioie, dolori, fatiche e consolazioni a servizio dell’OFS del Friuli-Venezia Giulia. Sono stati momenti intensi in cui ho avuto accanto un fratello sincero e leale, pronto nel sostegno reciproco e capace di fiera parresia. Ringrazio e lodo il Signore per averlo donato alle nostre vite, prego intensamente affinché il suo esempio sia un richiamo per i nostri figli per vivere al massimo, come fra Aurelio ha saputo fare.