Antonio Tripani: una vita spesa nella cosa pubblica

Originario di Gorizia, dove era nato nel 1925, insieme alla famiglia proveniente dal centro Italia, il dottor Antonio Tripani – in particolare con le sorelle Rita e Vittoria e, poi, con i figli- è un nome legato profondamente alla storia di Gorizia e del Goriziano. Una esistenza lunga di amministratore (case popolari e poi consiglio comunale), consigliere e assessore regionale (1963-1988), presidente del consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio per oltre venti anni; e di politico nella De mocrazia cristiana alla quale era stato chiamato per la competenza e la professionalità.  La formazione giovanile avviene dentro alla comunità del Centro Stella Matutina e dei Padri Gesuiti, insieme anche ad altri amici, politici ed amministratori: Antonio Tripani, fatta la gavetta dentro alle pubbliche amministrazioni e come capogruppo in seno al consiglio comunale, appartiene al gruppo che nel 1963 –data della istituzione del Consiglio regionale- rappresenta il goriziano nel massimo consenso politico. Partecipa alla sua identità ed è investito delle più alte responsabilità: assessore regionale insieme a Gino Cocianni e il consigliere avv.Alealdo Ginaldi, collaborando nelle giunte regionali presiedute da Alfredo Berzanti, Antonio Comelli e Adriano Biasutti . Amministrazioni e giunte di autorevolezza e di singolare capacità, protagoniste autorevoli della stagione prima della Regione Autonoma e, in particolare, della ricostruzione dopo il terremoto del 1976. Vicino alla cultura ed alle esperienze vive della vita sociale che sapeva intrecciare.Concluso il mandato in Regione, dove diventa anche punto di riferimento di una maggioranza interna che si ispira a Moro e raccoglie la maggioranza del partito: nella lezione morotea il potere –mai leaderistico- si esercita insieme e secondo un consenso che si impone per la forza del ragionamento e la mitezza dei modi. Tripani era consapevole che quando il potere si avvita e diventa fine a se stesso, aggregando figure modeste, la capacità di mettere in comune e di rappresentare una sintesi concreta, scade e non serve al bene comune.Una seconda esistenza di responsabilità, Antonio Tripani la vive all’interno della Cassa di risparmio di Gorizia, partecipando e  guidando il massimo sodalizio economico provinciale, improntato in una politica di valorizzazione delle autonomie locali e delle potenzialità in un tragitto di strada segnato da grandi trasformazioni dove i principi ispiratori della istituzione –presieduta nella storia da tante figure illuminate e da numerosi vescovi- hanno incontrato non poche difficoltà ad essere rispettati e valorizzati. Un mondo quello della finanza, che ha passato stagioni complicate appunto per una finanziarizzazione spiazzante e che egli tendeva fortemente a considerare dentro alla vita comunitaria.Antonio Tripani lascia il ricordo di una esistenza di amministratore e politico vicino alle comunità, costruttore di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e capace di collaborare per  il bene di tutti.Ai familiari i sensi della gratitudine e della cristiana solidarietà anche da parte della redazione di Voce Isontina.