A Marco Menato il “San Rocco 2015”

Il Centro per la Conservazione e la Valorizzazione della Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco cura da più di quanrat’anni la festa del Ringraziamento dell’antico rione cittadino.Quest’anno alcune significative novità caratterizzeranno le giornate prossime alla festa di San Martino che nella tradizione contadina indicava il momento in cui ritirare le pigioni e poter godere dei proventi di un anno di fatiche.Giovedì 12 novembre alle 17.00 verrà presentata la rivista “Borc San Roc n° 27” dallo storico goriziano professor Marco Plesnicar. La rivista ha mantenuto la struttura tradizionale del numero unico, con un ricco apparato iconografico, valorizzando però le competenze locali di giovani storici preparati, uniti alle firme storiche in un’ideale passaggio del testimone, dando un’impronta grafica leggera ma ben strutturata, e presentando alcune novità per quando concerne la lingua friulana. “Borc San Roc 2015” prevede la suddivisione in quattro macro aree [diari, cronache, ricerca storica, arte e musica] introdotte dalla pubblicazione di alcuni disegni dei simboli del borgo [la fontana monumentale di Antonio Lasciac, la chiesa danneggiata nel primo conflitto mondiale, e il gelso “morar” in inverno e d’estate]. Anche la copertina, raffigurante il sentiero che collega San Rocco alla sede universitaria [ex Seminario minore], e i capilettera degli articoli sono tutti disegni dell’artista cervignanese Aretha Battistutta che ha proposto una lettura viva e vivace, ma in chiave moderna, degli emblemi dell’antico rione.Il volume si apre con le ricerche scientifiche dedicate ai diari Secenteschi e Settecenteschi dei fratelli notai Dragogna, con particolare riferimento al borgo di San Rocco, e del nobile Karl von Zindendorf. Si prosegue con le cronache della prima guerra mondiale tratte dalla lettura e trascrizione dei registri canonici della chiesa parrocchiale e dagli articoli del cronista Goriziano Livio Visintin. Gli approfondimenti storici indagano invece maggiormente il periodo ottocentesco: si va dalle origini dell’Istituto Sordomuti di Gorizia, alla lettura della stampa locale con particolare accenno al Santuario del Monte Santo e agli articoli proposti da “Il Goriziano” del 1872, per giungere ad alcuni ragionamenti dedicati alla villa del Rafut di Antonio Lasciac. Si dà uno sguardo anche alla fine del Quattrocento per quanto concerne le origini del Ponte del Torrione, e si propone un carteggio inedito del conte Guglielmo Coronini Cromberg sugli anni del primo dopoguerra e la sua importante attività nelle questioni confinarie. L’area dedicata all’arte e alla musica vede la pubblicazione di un’analisi delle opere goriziane dell’artista Clemente Del Neri e un cammeo sulle prime verdiane al Teatro di Società del 1855. In chiusura della rivista un contributo sulla biblioteca di “Italia Nostra” e l’intervista al premio San Rocco 2015.Lo stesso 12 novembre, dopo la presentazione della rivista, verrà consegnato solennemente il 42° Premio San Rocco al direttore della Biblioteca Statale e Civica dottor Marco Menato, e come si legge nella motivazione, il “Centro delle Tradizioni” ha voluto segnalare l’operato dell’insignito: “per aver valorizzato e salvaguardato il patrimonio bibliotecario e documentario con competenza e passione nei vent’anni di attività a favore della città di Gorizia e del mondo culturale locale, Italiano ed Europeo”. Come ricorda lo stesso direttore Marco Menato, nell’intervista celebrativa a lui dedicata e pubblicata sulla rivista “Borc San Roc n° 27”: “Il prossimo anno in novembre saranno 20 anni di direzione della biblioteca. È sono molti! Però i risultati si vedono solo dopo tanto tempo, io ringrazio sempre i miei predecessori per il lavoro che hanno fatto, ci vogliono almeno dieci anni però per lasciare una traccia significativa! Io, se potessi, lascerei volentieri, poiché 20 anni sono una buona porzione di vita dedicata all’istituzione. Mi dedicherei ancora alla cultura ma in modo diverso, in ogni caso decideranno le leggi dello Stato”. La Biblioteca nei quattro lustri di attività professionale di Menato è divenuta un centro culturale multiforme, basti ricordare le oltre 400 opere di artisti locali e contemporanei esposte sulle pareti e negli uffici dell’antico stabile, senza dimenticare le tante mostre d’arte, la pubblicazione di “Studi Goriziani” giunta al numero 108, le pubblicazioni monografiche, la presenza assidua negli eventi culturali cittadini nonché le raccolte documentarie e la loro valorizzazione. Come precisa lo stesso Menato nel vedere il futuro della Biblioteca Statale e Civica: “un luogo aperto, in piena attività e legato da rapporti strettissimi con le altre istituzioni bibliotecarie. Penso alla “Sala Petrarca” che sarà un punto di forza e ai magazzini sotterranei per i tanti depositi. Comunque nel Trgovsky Dom [ex libreria Paternolli] avremo due biblioteche, la BSI e la “D. Feigel”, sezione della Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi di Trieste, che dal prossimo anno si trasferirà al piano terra del palazzo. Non ci sarà pertanto solo un rapporto di buon vicinato tra le due istituzioni, che divideranno gli spazi, ma dovrà nascere necessariamente un rapporto di collaborazione bibliografica, per esempio nel settore della letteratura per bambini e della pubblica lettura dei quotidiani [settori già ben curati dalla “Feigel”]. È un’istituzione giovane, molto attiva, vivace e legata al territorio: andando in quella nuova sede si confronterà con una grande utenza. Altra cosa sarà invece la collaborazione con la Biblioteca “Bevk” di Nova Gorica: anche questa istituzione, per gli spazi che occupa e per la concezione biblioteconomica che la sorregge, diventerà la biblioteca dei Goriziani, e non soltanto dei parlanti sloveno – da quando si è traferita nella nuova sede il numero di italiani che la frequentano è notevolmente aumentato. L’”Isontina” invece, anche a causa del limitato spazio di ampliamento, diventerà una biblioteca “storica”, archiviale, destinata a seguire le sorti degli Archivi di Stato”.