“Vieni servo buono e fedele”

Prete della gente e fra la gente, dopo la sua dipartita, don Graziano Marini – ritornato alla Casa del Padre tre settimane or sono – è stato al centro di diverse celebrazioni che in questi giorni ne hanno fatto memoria: la recita del Santo Rosario presso la chiesa di sant’Andrea a Versa, le esequie funebri presso la basilica di Aquileia e la Celebrazione Eucaristica “in die septima” presso la sala Galupin, in sostituzione della chiesa parrocchiale ancora inagibile. Come “fare memoria” ad un sacerdote che nella sua longeva esistenza di 94 anni, ha servito fedelmente la Chiesa per 70?Per la Celebrazione Eucaristica “in die septima”, il parroco dell’Unità Pastorale di Romans, Fratta e Versa, mons. Michele Centomo, aiutato dalla liturgia del giorno (S. Eliodoro) ha inserito il vissuto di don Graziano: “Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.Prendendo spunto dalla Parola, il parroco ha invitato tutti, presbiteri e laici, ad un serio esame di coscienza che deve portare ad una convinta e convincente conversione, unica predica che gli altri sapranno accettare. Sottolinea don Michele: “Con ciò Gesù non vuole svuotare di autorevolezza e credibilità i padri e i maestri. Vuole solo ricordarci che la credibilità di un padre o di un educatore sta nel non dimenticare mai che prima di essere un padre o un maestro anch’egli è un figlio e un discepolo. La memoria di avere bisogno, di non essere degli arrivati, di non bastare a se stessi, ci aiuta ad avere parole credibili e ragionamenti molto umani. Infatti noi perdiamo di umanità quando ci dimentichiamo di venire dalla medesima condizione, di avere le stesse domande, e di sperimentare la stessa debolezza. Ricordarselo ci umanizza.” I tanti che hanno conosciuto don Graziano possono ritrovare nella sua personalità i tratti di un uomo che si è sempre mantenuto umile e, pur nella fragilità della sua umanità, ha saputo testimoniare la Verità. Conclude don Michele:  “Pur nella fragilità della condizione umana, egli è stato padre e maestro nel suo ministero nei servizi che gli sono stati chiesti. E noi lo ricordiamo nelle vesti di “figlio”, che riposa nel nostro cimitero, figlio di questo lembo di terra friulana di cui andava fiero. Ha servito il Signore, la sua Chiesa con tutto se stesso, il suo carattere, le sue competenze, la sua saggezza, il suo amore alla Chiesa. La Parola di Dio ce lo ricorda bene: è nelle mani di Dio e lì troverà la sua pace, il ristoro a tutte le sue fatiche ed egli nella sua esistenza ha amato impegnandosi con tutta la sua vita per la causa del vangelo. Il prete è sempre un uomo toccato dall’amore di Dio e la sua vita è sempre in qualche modo un mistero e un miracolo d’amore”. Di questo mistero e di questo amore noi tutti siamo stati resi parte e rendiamo grazie.