Un tassello della storia di Borgnano

L’antica croce lignea astile della parrocchia di Borgnano è stata per la prima volta, dopo un accurato restauro, presentata al pubblico in occasione della festa patronale di Santa Fosca, che quest’anno è coincisa anche con l’80.mo anniversario dell’ingresso del primo parroco don Giovanni Battista Nanut, avvenuto il 13 febbraio 1937. Un restauro voluto alcuni anni fa da Dirce Furlan, donna tenace e volitiva che ha dedicato la sua vita per la comunità di Borgnano e della sua chiesa. Dirce aveva trovato questa croce dimenticata in una soffitta e aveva intuito la sua importanza per la storia della piccola comunità. L’aveva spolverata e collocata con la sua asta nella sala parrocchiale. Ed è qui che nel 2009, in occasione di una conferenza sulla figura di monsignor Luigi Faidutti, che Ferruccio Tassin l’ha notata cogliendone l’importanza per il legame storico che la croce poteva avere con il territorio. Una croce che oggi rappresenta – come afferma Tassin – “la continuità tra l’antichissima chiesetta sul colle e quella in piano”. Pur senza alcun valore artistico, la croce astile comunque è molto rara come manufatto in legno – a quanto pare non se ne conoscono altre in diocesi – perché gli esempi conosciuti sono in metallo più o meno prezioso. Ed è per questo motivo, che con il consenso del parroco di allora don Sergio Ambrosi, si è ritenuto di procedere al suo restauro per riportarla alle sue fattezze originali perché erano evidenti i rimaneggiamenti avvenuti nel tempo forse per riparare i danni dell’usura.    La croce della parrocchiale di Borgnano, policroma, è a doppio dritto: da una parte è raffigurato il crocifisso, dall’altro la Madonna; ci sono poi quattro lobi mistilinei che raffigurano dei santi. Non ci sono documenti – o almeno finora non sono stati trovati – che attestino la storia di questa croce che risale probabilmente alla fine del secolo XVII o inizi XVIII, mentre l’asta portacroce pare di fattura più tardiva. L’autore è ignoto, ma probabilmente il lavoro venne affidato a qualche pittore locale, anche perché la povertà della chiesa di Borgnano, a qui tempi stazione curata, era tale da non permettersi di pagare validi e più costosi artisti. Un’opera si può dire fatta in casa, con gli scarsi mezzi che c’erano: l’importanza era comunque di avere una croce attorno alla quale si trovava la comunità nella partecipazione delle funzioni religiose. Una croce, poi, che il professor Tassin, nella conferenza tenuta nella chiesa parrocchiale lo scorso 13 febbraio, parla di “committenza povera” perché “il pittore risparmia su tutto: niente preparazione, dipinti direttamente sul legno”.  In più la croce aveva subito degli interventi, probabilmente nell’Ottocento che, oltre a alcuni danni, ne aveva snaturato in parte la sua originale fattura come hanno dimostrato gli accurati lavori di restauro, affidati al lavoro certosino e competente del laboratorio di Laura Zanella di Grado, al quale ha collaborato anche Paola Zotti.La prima fase del restauro ha riguardato la pulitura, ossia la rimozione delle ridipinture e delle sottostanti vernici ingiallite e scurite, stese sul colore più antico. Si è lavorato molto con il bisturi per rispettare i pigmenti originali più fragili. Terminata la pulitura sono emerse le figure dei santi dipinte sui lobi e le poche scritte rimaste a identificarli; sono state effettuate delle integrazioni pittoriche delle lacune su entrambi i lati dei dipinti. La restauratrici hanno cercato di ridare alle figure la necessaria unità di lettura, ricostruendo le mancanze più fastidiose, ma senza alterare l’esecuzione originale.I risultati di questo restauro sono stati al centro della conferenza di Tassin, che ha illustrato la croce nei suoi vari aspetti. In mancanza di documenti si sa poco di questa croce, ma accanto a delle ipotesi ci sono delle certezze. Una di queste, sostiene Tassin, è che non vi è rappresentata, come molti credevano, santa Fosca, sul lato raffigurante la Madonna Immacolata (dipinta con le 12 stelle e la falce di luna). Quella che si riteneva la santa patrona di Borgnano è in effetti santa Barbara. Ne è sicuro Tassin che sostiene che a dare certezze è la torre che è un simbolo che caratterizza santa Barbara. “C’è stato un tentativo di ’ribattezzare ’santa Barbara nella versione rifatta – afferma Tassin -, ma la O di FO è sparita dopo i lavori di pulitura, resta solo la F, che potrebbe essere anche il resto di una B”.Se non vi sono dubbi sui altri due santi, sant’Agnese e sant’Urbano, incertezze ci sono invece sul santo raffigurato in alto, che potrebbe essere anche una santa. Nella versione rimaneggiata della croce compariva una sigla, FL, ma con il restauro di scritto è rimasto poco e illeggibile. Tassin propende per San Floriano di Lorch in forza di un documento redatto il 28 giugno 1891 dal vicario don Luigi Tomat che cita come, oltre che per santa Fosca, a Borgnano si celebrassero altre due messe per la comunità, il 4 maggio in onore di san Floriano e il 28 maggio di sant’Urbano.  Se la croce è legata alle tradizioni del territorio la figura del santo potrebbe essere quella di san Floriano, patrono contro gli incendi ma implorato anche contro la furia delle acque. La presenza dunque di santa Barbara e di san Floriano potrebbe avere quindi una sua logica se si pensa anche alle rogazioni, che un tempo si tenevano in tutte le parrocchie per chiedere sia la protezione divina sul lavoro dei campi sia per tenere lontane le calamità naturali che potessero nuocere alle colture come i fulmini e le tempeste o le alluvioni e garantire così il raccolto.Sul lato della croce in cui è dipinto il crocifisso non vi sono invece dubbi sui santi raffiguranti: si tratta dei quattro dottori della Chiesa, proclamati da papa Bonifacio VIII nel 1298: in alto san Gregorio papa indicato con una GR e con la tiara; sul braccio di sinistra sant’Agostino con una AV; in basso san Girolamo (HI) con la sua mozzetta da cardinale e, a destra, sant’Ambrogio. Questi ultimi due santi, come ha sottolineato Tassin, hanno avuto legami con la Chiesa di Aquileia.La croce astile è dunque un altro tassello della storia di Borgnano, piccola comunità. che, come ha detto Tassin a conclusione della conferenza, “è orgogliosa del suo essere e del suo passato”.