Trecento esploratori e guide a Gradisca per il “San Giorgio”

Sono stati quasi in trecento ad invadere pacificamente la città di Gradisca nello scorso fine-settimana. La loro presenza, gioiosa e festante, non è proprio passata inosservata per coloro che si sono incamminati lungo l’argine dietro il Castello. Una piccolo campo scout, è sorto nel giro di qualche ora nel pomeriggio del sabato. Tante tende variopinte, hanno colorato quello spazio verde, riempiendolo di voci allegre, di sorrisi e di ragazzi e ragazze tutti affaccendati nel montaggio delle tende e dei servizi necessari alla vita di ogni campo.Si trattava del “San Giorgio” della Branca Esploratori e Guide della Zona AGESCI di Gorizia. Tutti i reparti dei vari gruppi della Diocesi si sono dati appuntamento nella Fortezza per vivere insieme questi due giorni intensi di formazione e di divertimento; in onore proprio di San Giorgio, Santo patrono degli Scout. L’ambientazione fantastica ha fatto come di consueto da cornice ai vari laboratori (pionieristica, pronto intervento, topografia, cucina, ecc.) disseminati in vari punti della città, in cui i ragazzi sono stati di volta in volta coinvolti il sabato pomeriggio e la domenica mattina.La Messa è stata celebrata sabato sera, proprio sul prato dietro il Castello, ed è stata davvero un momento bello ed emozionante. Non capita spesso di trovarsi di fronte trecento ragazzi… È stata una grande Grazia!Il Vangelo della IV^ domenica di Pasqua del resto – quello del “Buon Pastore” – ci ha aiutato ad entrare ancora di più nel clima dell’evento; ci ha spronato a non stancarci di camminare con il Signore per i sentieri della vita, a non smettere di ascoltare la sua voce proprio come le pecore fanno con il pastore. A questo proposito, ho raccontato ai ragazzi un fatto che mi è successo due anni fa accompagnando proprio un gruppo di lupetti in uscita. Visitando una fattoria, ho visto per la prima volta un pastore con il suo gregge di pecore… immediatamente ho pensato all’immagine che Gesù dà di sé proprio in questo Vangelo… A noi generalmente non piace essere paragonati a delle “pecore”, presumiamo che essere delle pecore voglia dire non avere coraggio, seguire la massa in maniera acritica, non pensare con la propria testa… invece… le pecore che ho visto riconoscevano la voce e la figura del loro pastore, a lui si avvicinavano con gli agnellini, da lui si lasciavano accarezzare e lui le distingueva e le chiamava per nome… Proprio intelligenti queste pecore che riconoscono il loro pastore…proprio intelligenti, dovremmo anche noi imparare da loro a riconoscere Gesù come nostro pastore…Ringraziamo davvero  il Signore per questo evento di Grazia che ci ha fatto vivere e affidiamo a Lui questi ragazzi nella speranza che, attraverso le attività, i giochi, le esperienze vissute ma soprattutto attraverso il nostro esempio di Capi ed educatori, essi proseguano nel loro cammino di formazione umana e cristiana e sappiano riconoscere sempre più la voce del Maestro, del Buon Pastore, di Gesù, che parla al loro cuore e alla loro vita.