Saranno svelati i segreti delle cripte del Duomo

Il Duomo di Sant’Adalberto e i suoi sotterranei. certezze e misteri” è il tema di una conferenza che si terrà martedì 22 novembre all’interno dello stesso Duomo. Ne parleranno Giovanni Battista Panzera e Franco Femia, che faranno un excursus sulla storia della chiesa matrice di Cormons. Uno degli enigmi che cercheranno di sciogliere sarà proprio quello dell’anno di costruzione del Duomo, la cui data non è concorde negli studiosi tratti in inganno anche dalla scritta che appare sulla facciata della chiesa, dove si indica erroneamente il 1736.Ma il pezzo forte della serata sarà indubbiamente i sotterranei del Duomo dove sono presenti, in tre distinte aree, celle mortuarie come indicano anche le tre lapidi che si trovano all’interno del tempio. La più interessante è quella che si sviluppa per quasi l’intera lunghezza sotto la navata centrale e si entra da una botola che si trova all’ingresso del Duomo. Qui sono presenti venti celle, dieci per parte, contenenti quelle che vengono chiamate “le mummie di Cormons”. Chiariamo subito che, nell’ultimo sopralluogo effettuato negli anni Novanta, della trentina di salme solamente un paio sono interamente mummificate, le altre sono quasi del tutto ridotte a uno scheletro. Nell’incontro di martedì 22 ci si soffermerà su chi aveva il diritto di venir sepolto in queste celle. Possiamo anticipare che in queste cripte si trovano i resti di due arcidiaconi, Stefano e Sertorio appartenenti alla famiglia baronale dei Del Mestri, che chiesero di essere sepolti nel Duomo e non nella chiesa della Beata Vergine del Soccorso, dove si trovano invece le tombe degli appartenenti alla loro casata ad iniziare dall’arcidiacono Luca, che fece costruire la chiese. Altri loculi, disposti in forma semicircolare, si trovano praticamente poco prima della balaustra che divide il presbiterio dalla navata ed è collegata con i sotterranei della navata centrale attraverso uno stretto passaggio. Qui, come recita una lapide posta sul pavimento, venivano sepolti gli appartenenti alla Confraternita del Santissimo Sacramento. Una terza cella mortuaria si trova sotto il presbiterio – indicata pure da una lapide nera – e ospitava i sacerdoti operanti nella parrocchia. La ricerca effettuata negli archivi parrocchiali e comunali si è allargata anche ai cimiteri presenti a Cormons fino al 1984 quando entrò in vigore il decreto dell’imperatore Giuseppe II che vietava le sepolture nelle chiese e disponeva che i camposanti fossero fuori le mura delle città. Ma fino allora erano diversi i cimiteri presenti a Cormons e tutti attorno alle chiese. Il principale era quello accanto al Duomo dove era presente una cappella dedicata all’Immacolata Concezione, ma durante la costruzione del Duomo fu per molti anni inattivo; le sepolture venivano allora nei cimiteri della chiesa di San Nicolo, annessa al pio ospitale (restano in piedi solamente alcuni muri dove esisteva la vecchia scuola dell’Avviamento industriale) o di San Rocco.  Non si tratta di quella esistente a Brazzano, ma di un tempio oggi demolito che si trovava nell’area dove oggi sorgono delle case che fanno parte del compendio Devetag, case che si affacciano su via Cancelleria Vecchia. Esistevano cimiteri, anche se di dimensioni più ridotte, accanto alla chiesa di San Giovanni e di Santa Maria (Sant’Apollonia), dove venivano sepolti per lo più gli abitanti della zona. All’interno della chiesa di San Giovanni vie era pure una cripta dove venivano sepolti i membri della famiglia Cipriani, camerari della chiesa.