Rosa Mistica: un culto iniziato nel 1739

Il santuario di Rosa Mistica e la chiesa dedicata a Santa Caterina sono al centro in questi primi mesi del 2016 da importanti avvenimenti che si legano in particolare alle celebrazioni per il Giubileo della misericordia (nella chiesa fino al 15 aprile è aperta la Porta della Misericordia) e all’anniversario dei 150 anni  della presenza a Cormons delle Suore della Provvidenza. Avvenimenti che hanno richiamano e richiamano molti fedeli provenienti da tutta la diocesi. Se ne è parlato molto e anche scritto, ma intendiamo in queste settimane che ci separano dalla chiusura della Porta santa approfondire alcuni aspetti e ricordare alcuni personaggi che hanno fatto la storia della chiesa, storia che si intreccia a quella della comunità cormonese. Iniziamo  con questa prima puntata dedicata a Orsola de Grotta, la religiosa che fondò la congregazione delle Sorelle della Carità della Dottrina cristiana, che diedero il nome di Rosa Mistica alla statua della Madonna ed edificarono la chiesa di Santa Caterina.Il Settecento a Cormons fu un secolo di grande fervore religioso come d’altra parte in tutta la Contea da tempo interessata dall’arrivo di diverse comunità di frati e monache sull’onda della Controriforma. A Cormons, dove dall’inizio del Seicento erano presenti i Cappuccini, nei primi anni del secolo arrivarono i Domenicani. I due ordini religiosi si aggiunsero ai numerosi sacerdoti già presenti sul territorio, pochi a dire il vero curatori d’anime, i più legati alle  varie famiglie nobiliari.Il Settecento vide sorgere a Cormons anche la prima comunità religiosa femminile, una iniziativa tutta cormonese a differenza dei due ordini religiosi operanti nel centro collinare. Nacque infatti l’Istituto delle Consorelle della Carità, una congregazione voluta da Orsola de Grotta e sorta grazie all’aiuto finanziario della contessa Sulpizia Strassoldo nata Florio. La nascita delle Consorelle della Carità porta la data del 31 ottobre 1714 e la prima sede fu una casa in borgo San Mauro, l’attuale via Battisti, acquistata da un certo Curtò Zuglio. Orsola de Grotta vi andò ad abitare con altre due compagnie, Giulia Vicentina giunta da Gorizia e la cormonese Teresa Flamia.Orsola de Grotta era nata il 21 dicembre 1691 da Giambattista de Grotta e Tranquilla Locatelli, una famiglia  giunta da Gradisca che era tra le più agiate del paese, insignita della nobiltà dell’impero. Orsola, dodicesima di venti figli tra maschi e femmine, fin da giovanetta fu portata alla meditazione, più incline alla vita ritirata che ai giochi come lo erano invece i suoi coetanei. La de Grotta cominciò a radunare  attorno a sé fanciulle del paese, aprì una sorta di scuola dove imparò loro a leggere e scrivere, insegnò la dottrina cristiana e i lavori domestici. Pur considerando all’inizio un’attività stravagante, i genitori di Orsola le permisero di dare vita alla congregazione.La casa di borgo San Mauro divenne presto  stretta, insufficiente alle esigenze della congregazione perché numerose erano le giovani che si avvicinavano al richiami della de Grotta nonostante le prime due compagne, la Flamia e la Vicentina, l’avessero ben presto abbandonata perché non se la sentirono di continuare un’esistenza troppo legata  e sacrificata. Orsola de Grotta tenne duro, anzi pensò di cercare dei locali più ampi e li trovò in “Villa” dove i Domenicani, che avevano acquistato un ampio terreno in un’altra zona del paese per costruire il loro convento con la chiesa, decisero di mettere in vendita le loro proprietà. La de Grotta non perse l’occasione e acquistato la casa e la chiesuola dei Domenicani per 3 mila ducati e vi trasferì la Congregazione il 7 settembre 1718, come scrive pre’ Tite Falzari ne “Le chiese di Cormons”.Le Consorelle, sempre con l’aiuto della loro benefattrice Sulpizia Strassoldo, pensarono subito a rendere confortevole la piccola chiesa perché al loro arrivo vi trovarono solo due confessionali, cinque banchi e il pulpito. La Strassoldo commissionò a un pittore una pala per sostituire quella che fu portata via dai Domenicani. La pala, rappresenta la Vergine in gloria con in braccio il bambino, san Giuseppe;  in basso ci sono i santi Gaetano e Caterina e in frammezzo un gruppetto di fanciullette, che rappresentano il primario scopo dell’Istituto. La contessa Strassoldo donò pure una lampada d’argento del valore di 180 fiorini nonché una corona d’argento per fregiare il capo della statua della Vergine.La statua era stata ordinata a Francesco Regola, un artigiano cormonese di mediocre levatura, che fece la statua usando della cartapesta con l’esclusione della testa e delle mani, per le quali fu usato del legno. L’Istituto delle Consorelle della Carità venne riconosciuto nel 1729 e le Regole della congregazione approvate dal Papa con la Costituzione apostolica in data 7 maggio di quell’anno. Tre anni prima Orsola de Grotta e altre sette consorelle avevano presentato istanza all’imperatore Carlo VI  di poter istituire e fondare una comunità religiosa a Cormons. Nella richiesta si chiedeva di poter aumentare il numero delle consorelle fino a 12 più la superiora, ma con la riserva di attendere 12 anni prima di accordare loro la definitiva approvazione. Il diploma di Carlo VI porta invece la data  del 26 agosto 1733 e l’attesa di soli sette anni fu dovuta alle sollecitazioni della stessa imperatrice. Con il diploma Carlo VI concesse all’istituto molti privilegi che furono riconosciuti poi anche da Maria Teresa a sottolineare  che gli Asburgo vollero tenere sotto la propria protezione la congregazione cormonese e soprattutto la loro devozione verso la Vergine.Dopo i fatti miracolosi del 1737, gocce di sudore vennero viste scendere dalle mani della statua, accorsero molti fedeli nella piccola chiesa e le Consorelle ritennero di realizzare una cappella per porvi la statua della Madonna. La cappella, eretta con le offerte della gente, venne aperta in un muro a ponente della chiesuola e la statua della Madonna venne posta su un’arca nel corso di una solenne cerimonia il 24 febbraio 1739 e fu in quell’occasione che le Consorelle decisero di chiamare la Madonna con il nome di Rosa Mistica. In mano alla Vergine venne posta una rosa  d’argento e d’oro impreziosita con pietre realizzate da un argentiere. La statua, la cui prima incoronazione in forma strettamente privata avvenne  nel 1743,  fu ornata da due corone imperiali donate dall’imperatrice Maria Teresa direttamente nelle mani di Orsola de Grotta, nell’ultimo suo viaggio fatto a Vienna. Del 1738 risale la prima immaginetta di Rosa Mistica che le Consorelle fecero stampare in una tipografia di Graz.Orsola de Grotta moriva nel 1747, ma la sua opera fu continuata dalle Consorelle sempre seguendo le Regole della congregazione che rivolgeva la sua attenzione all’istruzione e all’educazione religiosa delle giovani del posto. La de Grotta è ricordata con una lapide posta nel 1956 in occasione del 25° anniversario dell’incoronazione di Rosa Mistica. La necessità di una chiesa più ampia si era resa evidente con il flusso sempre maggiore di fedeli che giungevano da ogni parte. Ma i soldi non c’erano. Difficoltà erano sorte anche nell’acquisizione dei terreni circostanti  la loro casa perché   i proprietari, il conte Riccardo di Mendrisio e i de Grotta, non intendevano vendere gli orti  e i cortili necessari per edificare la chiesa. Venne deciso quindi di erigere il tempio  all’interno del proprio terreno. I primi soldi vennero messi dalla superiora Maria Pittoni e dalle consorelle, mentre un’infaticabile opera venne svolta dal sacerdote goriziano Pietro Barbarigo che raccolse il danaro sufficiente per poter iniziare i lavori.La prima pietra della nuova chiesa fu posta  il 25 maggio 1750 alla presenza dell’arcidiacono di Gorizia monsignor Del Mestri, presente il clero locale e una grande moltitudine di fedeli. Ma i lavori ben presto furono interrotti per mancanza di fondi dovuta anche  ad una forte carestia che aveva colpito il Cormonese. Così si andò avanti lentamente nella costruzione della chiesa, che nel frattempo potè ampliarsi perché i confinanti cedettero i loro fondi alla congregazione. L’acquisto del terreno venne reso possibile grazie a una donazione di 4 mila fiorini da parte dell’imperatrice Maria Teresa. Altri aiuti vennero dalla stessa Maria Teresa e dall’oro della cassa camerale di Presburgo e così la chiesa venne terminata nel 1778. L’apertura al pubblico con la benedizione  avvenne il 30 aprile dell’anno successivo, giorno della ricorrenza di santa Caterina, alla quale il tempio è dedicato.La Congregazione delle Consorelle della Dottrina cristiana venne soppressa nel 1812 con il decreto del Regno italico, istituito da Napoleone, che dispose la confisca di tutti i beni, chiesa compresa (1-continua)